Prestiti con il vento in poppa

Il rialzo dei tassi non ha fin qui fermato la corsa dei prestiti, che anzi hanno mandato in archivio il 2022 con risultati in forte crescita. Segno del sostanziale ottimismo tra le famiglie italiane, che comunque restano prudenti sul fronte delle somme richieste.

Si può sintetizzare così l’ultimo Barometro curato da Crif, che per lo scorso anno registra un incremento delle domande nell’ordine del 18,9% rispetto al 2021, letto dagli analisti come un recupero di fiducia dopo lo shock pandemico del biennio precedente. In particolare, la performance è la media tra il +22,9% per quel che concerne le richieste di finanziamento e il +16,7% quanto ai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi.

Scenario in deterioramento

“Lo scenario continua ad essere dominato dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei tassi d’interesse e dalla prospettiva di un rallentamento della crescita economica, le cui ricadute peseranno sulle condizioni finanziarie delle famiglie”, commenta Simone Capecchi, executive director di Crif.

Rispetto al primo semestre del 2022, le prospettive sull’economia e il mercato del credito appaiono in affanno a causa degli effetti delle tensioni generate dal conflitto in Ucraina e dall’inflazione. "Alla luce di tale contesto, nei prossimi mesi la domanda di prestiti potrà subire una flessione a causa del rallentamento dei consumi, in particolare su quelli durevoli”, aggiunge.

Prudenza sugli importi 

Gli italiani si mostrano sostanzialmente ottimisti sulla propria capacità di onorare le rate, ma – consapevoli delle incertezze che caratterizzano lo scenario macro – sono prudenti sulle somme da richiedere. Così per il terzo anno consecutivo cala l’importo medio dei finanziamenti richiesti: rispetto al 2021 la contrazione è nell’ordine del 3,9% per un ammontare medio di 8.106 euro (nel 2020 si era arrivati a 8.895 euro).

Oltre un italiano su due richiede importi inferiori ai 5mila euro (57,3% del totale), seguiti dagli scaglioni appena superiori: 10mila-20mila euro (16,4%) e 5mila-10mila euro (15,1%). La domanda, seppur così frazionata in importi contenuti, viene comunque dilazionata su un arco temporale superiore ai 5 anni per il 22,7% degli italiani, al fine di pesare il meno possibile sul bilancio familiare.

Quanto all’età, il Barometro Crif evidenzia come nel 2022 la fascia compresa tra i 35 e i 54 anni sia stata quella maggioritaria, con una quota pari al 45,2% del totale.

Tassi ancora accessibili

La dinamica positiva del settore si spiega anche con tassi che restano accessibili nonostante i rialzi operati da parte della Bce a partire dall’estate scorsa. Secondo l’Osservatorio di PrestitiOnline.it, in media il Taeg medio del 2022 è stato il 6,91%, mentre nel 2016 si viaggiava al 9,18%. Senza dimenticare che il Taeg migliore si ferma al 5,61%, per cui c’è sempre la possibilità di ottenere risparmi consistenti se si investe un po’ del proprio tempo a confrontare le diverse offerte di prestito.

Come sempre, i prestiti personali sono i più cari, ma con un Taeg per le migliori offerte che si ferma al 5,90%, sostanzialmente in linea con il trimestre precedente. Infine, quanto alla cessione del quinto, gli interessi oscillano dal 4,54% per i dipendenti privati al 3,45% per quelli pubblici, con le condizioni per i pensionati che si collocano a metà strada (3,82%).