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Oltre un italiano su due ha un finanziamento in corso
Continua a crescere la quota di italiani che fanno ricorso ai finanziamenti e cresce anche l'esposizione residua dei mutui. È quanto emerge da una ricerca condotta da Crif, che approfondisce le dinamiche relative all'esposizione debitoria nella Penisola.

I continui rialzi dei tassi non frenano la corsa ai finanziamenti. Secondo la Mappa del Credito, realizzata dalla divisione Mister Credit di Crif, alla fine del primo semestre il 51,4% della popolazione maggiorenne risultava avere un contratto di credito rateale attivo, una quota in crescita dell’11,8% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Crescono l’importo della rata e l’esposizione residua
A livello pro-capite, la rata media rimborsata ogni mese è stata pari a 322 euro (+5,6% rispetto a un anno fa), mentre l’esposizione residua – intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – si è attestata a 34.875 euro, in aumento del 9,3% rispetto alla precedente rilevazione.
La dinamica dei mutui conferma la tenuta del mattone
Se l’analisi viene circoscritta al comparto dei mutui, emerge un aumento sia delle rate (+13,5%), sia dell’esposizione residua (+10,8%) maggiori rispetto al totale. Tendenze che possono essere lette in parte alla luce della crescita del variabile, sulla scia delle politiche monetarie restrittive adottate dalla Bce, per il resto come segnale di fiducia verso il mattone.
In uno scenario ricco di incognite, tra rallentamento della crescita economica con il rischio sempre più concreto di recessione e inflazione che resta elevata, un numero consistente di italiani continua a investire nell’immobiliare. Del resto, al di là dell’atteso calo delle compravendite, negli ultimi mesi si assiste a una stabilizzazione dei prezzi dopo un biennio di rialzo. Segno evidente della resilienza del settore.
L’inflazione erode i risparmi e spinge il ricorso ai finanziamenti
Quanto ai prestiti finalizzati, sono la categoria che cresce maggiormente nelle quantità, sia come numero di soggetti che hanno almeno un contratto in corso (+12,3%), sia come contratti attivi (+11,9%).
“In questa prima parte dell’anno, sia l’importo della rata mensile, sia l’esposizione residua risultano in aumento non solo a causa della crescita dei tassi di interesse, ma anche per il persistere di un alto livello di inflazione che può indurre le famiglie a ricorrere al credito per fronteggiare le aumentate spese”, commenta Beatrice Rubini, direttrice della linea Mister Credit di Crif.
Nel complesso, l’incidenza dei mutui, in costante calo, oggi rappresenta il 19,3% del totale dei finanziamenti attivi, mentre sono i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi come auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota superiore al 50% del totale. “La quota di prestiti personali, pari al 30% del totale dei finanziamenti attivi, rimane sostanzialmente stabile e invariata”, aggiunge.
Debiti sì, ma con giudizio
Dall’ultima rilevazione prodotta da Assofin, Crif e Prometeia, il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie, pur rimanendo su livelli contenuti, rimane di poco superiore all’1% e si colloca su un piano lievemente più alto rispetto al minimo degli ultimi cinque anni di osservazione, raggiunto nel mese di marzo 2022. I dati degli ultimi mesi del 2022 e il primo trimestre 2023 confermano quindi la buona qualità del credito, in particolare dei mutui ipotecari. Dunque, cresce la tendenza a indebitarsi, ma senza correre rischi eccessivi. Un segnale di maturità da parte dei consumatori.
Quanto allo spaccato territoriale, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d'Aosta, con il 61,7% del totale, seguita dalla Toscana (con il 57,8%) e dal Lazio (con il 56,1%).
All’estremo opposto il Trentino-Alto Adige, regione in cui solamente il 29,8% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduto dalla Basilicata (con il 41,5%) e dalla Campania (con il 44,1%). Infine, le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 414 euro di media, la Lombardia (376 euro) e il Veneto (363 euro).
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