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Nuovi scaglioni Irpef: ecco come cambia lo stipendio

La riforma fiscale parte dalla riduzione degli scaglioni Irpef con una riduzione sostanziale delle imposte sui redditi per i lavoratori con redditi bassi o medi. Una misura che si somma alla conferma del taglio relativo al cuneo fiscale per i dipendenti.

Pubblicato il 05/01/2024
stipendi e conti fiscali
Novità in tema di riforma fiscale

Con il nuovo anno cambia la configurazione dell’Irpef: si passa da quattro a tre scaglioni, con risparmi per un’ampia platea di contribuenti. Vediamo di cosa si tratta e con quali impatti.

Accorpamento fino a 28 mila euro di reddito

Fino al 2023, vi erano due aliquote diverse per i redditi fino a 15 mila euro (nella misura del 23%) e da questo ammontare fino a 28 mila euro (del 28%). Dall’inizio del 2024, vengono accorpate con l’imposizione fiscale comune al 23%.

Restano, invece, invariati gli altri scaglioni, con un’aliquota del 35% per i redditi da 28 mila a 50 mila euro, e del 43% per i redditi che superano i 50 mila euro. La misura impatta su circa 25 milioni di contribuenti.

Un’altra novità riguarda l’incremento delle detrazioni per i dipendenti: passano da 1.880 euro a 1.955 euro. Come conseguenza di quest’ultima novità, la no tax area sale fino a 8.500 euro, portandola al livello di quella prevista per i pensionati.

I benefici si riducono, fino ad annullarsi, per i percettori di redditi più elevati. Chi dichiara più di 50 mila euro all’anno deve fare i conti con un taglio lineare di 260 euro.

Queste misure sono state finanziate per il solo 2024, con una dotazione di quattro miliardi e mezzo di euro, reperiti grazie al fondo per la riduzione della pressione fiscale. Per l’eventuale stabilizzazione, dunque, andranno reperite le risorse.

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L’impatto sulla busta paga degli italiani

Secondo le stime del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il combinato disposto delle nuove misure porterà a irrobustire la busta paga dei percettori di redditi medio-bassi fino a circa 1.300 euro all’anno.

Secondo stime di Prometeia, considerando oltre alla riorganizzazione delle aliquote Irpef, anche la proroga della decontribuzione, il risparmio medio per contribuente beneficiario è di 544 euro annui, con un’incidenza media sul reddito pari al 2,3%. Per le famiglie-tipo, il beneficio sale a 611 euro. Quanto all’ubicazione geografica, circa metà dei contribuenti risiede al Nord, ma questo elemento va letto alla luce del maggior numero di residenti e contribuenti in quest’area del Paese.

Inoltre, per favorire l’occupazione femminile è prevista la decontribuzione totale fino a 3 mila euro per le donne assunte a tempo indeterminato con tre figli, di cui il più piccolo minorenne, oppure due figli con il più piccolo di non più di dieci anni.

Restando ai calcoli di Prometeia, i beneficiari della decontribuzione sono 14,2 milioni, che in media conseguiranno un risparmio di 777 euro annui che incide sul reddito individuale netto per il 4,1% del totale. Si parla sempre di medie, per cui l’incidenza è più alta nel caso di redditi bassi e tende a calare all’aumentare dell’imponibile.

Una riforma fiscale da completare

Inoltre, da quest’anno cambia il calendario delle scadenze fiscali, con l’anticipo di due mesi - dal 30 novembre al 30 settembre - del termine per la presentazione delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap. Per chi è soggetto all’Ires, invece, il termine viene “anticipato dall'ultimo giorno dell'undicesimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta all'ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta”.

L’obiettivo è anticipare il controllo delle dichiarazioni e, conseguentemente, l'erogazione degli eventuali rimborsi. Dal prossimo anno, le dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap potranno essere presentate a partire dal 1° aprile, fermo restando il termine del 30 aprile per la disponibilità della dichiarazione dei redditi precompilata. Dal quest’anno, infine, l'Agenzia delle entrate renderà disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata non solo per lavoratori dipendenti e pensionati, ma anche per i titolari di redditi diversi e per i titolari in regime di partita IVA.

La riduzione delle aliquote Irpef costituisce il primo passo di una più ampia riforma fiscale che il governo ha preso in carico come obiettivo di legislatura.

In particolare è attesa una revisione delle aliquote IVA, con una razionalizzazione rispetto a oggi e la revisione delle detrazioni, il tutto accompagnato da una semplificazione delle procedure per i rimborsi. Quanto all’Irap, è previsto il graduale superamento, con priorità per le società di persone e quelle tra professionisti. Nell’ottica del principio di “un Fisco amico”, è stata promessa l’eliminazione delle sanzioni penali tributarie, in particolare quelle per le dichiarazioni infedeli, per i contribuenti che aderiscono all'adempimento collaborativo che hanno comunicato preventivamente i rischi fiscali.

Queste e altre misure di cui si è parlato negli ultimi tempi potranno concretizzarsi sempre a patto di trovare le risorse, compito tutt’altro che facile in uno scenario di crescita debole dell’economia e del nuovo patto di stabilità a livello Ue che imporrà un progressivo rientro per i Paesi più indebitati.

A cura di: Luigi Dell'Olio

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