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Le case dovranno essere sempre più green: quanto costa adeguarsi alla direttiva europea
In prospettiva dell’adeguamento del nostro patrimonio immobiliare alla Direttiva europea case green, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe energetica F e G entro il 2030 e il 26% di quelli in classe energetica inferiore entro il 2033.

Adeguare un immobile di proprietà alla nuova normativa green europea costerà dai 20.000 ai 55.000 euro, per una spesa complessiva che riguarderà gli italiani proprietari di case, di 267 miliardi nei prossimi 20 anni.
Sono le stime del centro studi Unimpresa sulla messa in regola degli immobili per la Direttiva europea case green EPBD, approvata in via definitiva dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo e in attesa di ratifica il prossimo 12 aprile.
Cosa stabilisce la direttiva europea case green
L’obiettivo della nuova Direttiva europea è ridurre le emissioni di CO2 a effetto serra e il consumo energetico degli immobili entro il 2030, con il raggiungimento del traguardo emissioni zero di combustibili fossili entro il 2050.
La Commissione europea ha stilato un programma con scadenze periodiche da rispettare, rendendole più flessibili rispetto alle condizioni iniziali e delegando ai singoli Stati membri le modalità per raggiungere gli obiettivi climatici e l’obbligo entro il 2030 di definire i requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici.
Secondo quanto riportato nel documento che dettaglia la Direttiva, il 55% della riduzione delle emissioni e del risparmio energetico dovrà essere conseguito con la ristrutturazione del 43% degli immobili in classe energetica bassa.
La situazione critica dell’Italia
Con uno dei patrimoni immobiliari più vetusti d’Europa e 1,8 milioni di edifici residenziali in classe energetica sotto la D (dati Report Istat), l’Italia ha dovuto richiedere alla Commissione europea deroghe per una revisione degli standard minimi.
Secondo Fillea-Cgil, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe energetica F e G entro il 2030 e il 26% di quelli in classe energetica inferiore entro il 2033. Obiettivi ambiziosi, che si scontrano con la difficoltà di far fronte a un impegno economico che buona parte delle famiglie non è in grado di sostenere.
I lavori per rendere le case green
Ma quanto costa adeguarsi alla normativa green e ridurre sensibilmente i consumi in una casa?
I lavori previsti per fare il salto energetico sono in pratica quelli che consentono di accedere al Superbonus, vale a dire:
- cappotto termico;
- sostituzione della caldaia;
- sostituzione degli infissi;
- installazione di un impianto fotovoltaico.
Il Codacons ha fatto i calcoli per conto dei consumatori, e ha scoperto che per sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione servono fino a 8.000 euro, ma se si scegliesse una pompa di calore il costo salirebbe e partirebbe da 6.000 euro fino ad arrivare a 16.000 euro. L’intervento più impegnativo è la coibentazione dell’edificio, lavoro che costa in media dai 180 ai 400 euro al metro quadro.
Ristrutturare con un prestito
Ricordiamo che i lavori di ristrutturazione importanti sono soggetti a detrazione grazie ai bonus casa, che a seconda della tipologia di intervento consentono di detrarre il 50% della spesa sostenuta in 10 anni. La spesa può essere poi finanziata con un prestito ristrutturazione, un prestito personale fino a 30.000 euro che può essere concesso con durate differenti, a seconda della spesa mensile che si intende affrontare.
Il consiglio è, prima di procedere con i lavori, di richiedere più preventivi così da contenere se possibile la spesa e ridurre l’impegno del prestito: alla fine, una casa che è stata resa più efficiente ha acquistato un importante valore, specialmente in prospettiva dell’adeguamento alla direttiva green.
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