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Imprenditoria femminile, oltre 8mila domande per gli incentivi

Attività di commercio all'ingrosso o al dettaglio, attività manifatturiere o legate a servizi di alloggio e ristorazione. Sono queste imprese ad aver presentato domanda per gli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico, che sostiene la crescita delle aziende guidate dalle donne.

Pubblicato il 13/06/2022
donne in riunione in ufficio
Incentivi per 8.095 imprese in rosa

Superano quota 8mila le imprese, attive da oltre un anno e guidate da donne, che hanno presentato domanda per gli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico. Un’iniziativa volta a incoraggiare la crescita e il consolidamento delle aziende ‘in rosa’ presenti in tutta Italia. Ad aver inoltrato il maggior numero di istanze sono le regioni della Lombardia con 1176 domande e del Lazio con 978 progetti. Buona performance anche per la Campania e l’Emilia Romagna con 831 e 684 richieste.

A seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili e del successo ottenuto dall’iniziativa sin dal primo giorno, a partire dallo scorso 8 giugno è stato chiuso lo sportello per la presentazione delle domande. I numeri rivelano, infatti, un forte interesse per le agevolazioni in favore dell'imprenditorialità femminile promosse dal ministro Giancarlo Giorgetti a valere sulle risorse stanziate dal PNRR.

Cos’è il Fondo impresa femminile?

Il Fondo impresa femminile, proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, punta a consolidare le imprese guidate da donne con contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. La misura disponeva di una dotazione finanziaria totale di 200 milioni di euro, di cui 160 di risorse PNRR e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021. Nel corso di questi mesi sono stati attivati sportelli online per guidare le donne in questo percorso.

Questa misura si rivolge a imprese femminile di ogni tipo di dimensione, sia già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane.

Le imprese femminili, destinatarie delle agevolazioni, sono:

  • cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie
  • società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne
  • imprese individuali con titolare donna
  • lavoratrici autonome con partita IVA.

Il tipo di finanziamento varia a seconda della tipologia di impresa.
Il Mise infatti fa una differenza tra le nuove imprese o quelle costituite da meno di 12 mesi e quelle attive, invece, da più di un anno:

  • Se una libera professionista vuole costituire una nuova impresa, oppure l’impresa è stata costituita da meno di 12 mesi, si possono presentare progetti d’investimento fino a 250 mila euro. Il Fondo mette a disposizione un contributo a fondo perduto che varia in funzione della dimensione del progetto: per progetti fino a 100 mila euro, l’agevolazione copre fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di 50 mila euro; per progetti fino a 250 mila euro, l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di 125 mila euro.

Per questa linea di intervento erano disponibili risorse complessive pari a 47 milioni di euro.

  • Se invece si ha un’impresa attiva da più di 12 mesi, si possono presentare progetti d’investimento fino a 400 mila euro per sviluppare nuove attività o per ampliare attività esistenti. In questo caso, il Fondo prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di 320 mila euro, da rimborsare in otto anni.

Per questa linea di intervento erano disponibili risorse complessive pari a 146,8 milioni di euro.

Il progetto d’investimento - fanno sapere da Roma - dovrà essere realizzato in 24 mesi. Le imprenditrici, destinatarie della misura, possono richiedere, al momento della compilazione della domanda, il servizio di assistenza tecnico-gestionale che comprende:

  • un tutoraggio – utile nello step relativo alla realizzazione del progetto – per guidare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto, e trasferire competenze specialistiche, mediante incontri online o in presenza che verranno pianificati insieme al tutor.
  • un voucher di 2mila euro da usare per coprire la metà dei costi affrontati dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di 4mila euro.
A cura di: Tiziana Casciaro

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