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Imprenditoria femminile, oltre 8mila domande per gli incentivi
Attività di commercio all'ingrosso o al dettaglio, attività manifatturiere o legate a servizi di alloggio e ristorazione. Sono queste imprese ad aver presentato domanda per gli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico, che sostiene la crescita delle aziende guidate dalle donne.
Superano quota 8mila le imprese, attive da oltre un anno e guidate da donne, che hanno presentato domanda per gli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico. Un’iniziativa volta a incoraggiare la crescita e il consolidamento delle aziende ‘in rosa’ presenti in tutta Italia. Ad aver inoltrato il maggior numero di istanze sono le regioni della Lombardia con 1176 domande e del Lazio con 978 progetti. Buona performance anche per la Campania e l’Emilia Romagna con 831 e 684 richieste.
A seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili e del successo ottenuto dall’iniziativa sin dal primo giorno, a partire dallo scorso 8 giugno è stato chiuso lo sportello per la presentazione delle domande. I numeri rivelano, infatti, un forte interesse per le agevolazioni in favore dell'imprenditorialità femminile promosse dal ministro Giancarlo Giorgetti a valere sulle risorse stanziate dal PNRR.
Cos’è il Fondo impresa femminile?
Il Fondo impresa femminile, proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, punta a consolidare le imprese guidate da donne con contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. La misura disponeva di una dotazione finanziaria totale di 200 milioni di euro, di cui 160 di risorse PNRR e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021. Nel corso di questi mesi sono stati attivati sportelli online per guidare le donne in questo percorso.
Questa misura si rivolge a imprese femminile di ogni tipo di dimensione, sia già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane.
Le imprese femminili, destinatarie delle agevolazioni, sono:
- cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie
- società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne
- imprese individuali con titolare donna
- lavoratrici autonome con partita IVA.
Il tipo di finanziamento varia a seconda della tipologia di impresa.
Il Mise infatti fa una differenza tra le nuove imprese o quelle costituite da meno di 12 mesi e quelle attive, invece, da più di un anno:
- Se una libera professionista vuole costituire una nuova impresa, oppure l’impresa è stata costituita da meno di 12 mesi, si possono presentare progetti d’investimento fino a 250 mila euro. Il Fondo mette a disposizione un contributo a fondo perduto che varia in funzione della dimensione del progetto: per progetti fino a 100 mila euro, l’agevolazione copre fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di 50 mila euro; per progetti fino a 250 mila euro, l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di 125 mila euro.
Per questa linea di intervento erano disponibili risorse complessive pari a 47 milioni di euro.
- Se invece si ha un’impresa attiva da più di 12 mesi, si possono presentare progetti d’investimento fino a 400 mila euro per sviluppare nuove attività o per ampliare attività esistenti. In questo caso, il Fondo prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di 320 mila euro, da rimborsare in otto anni.
Per questa linea di intervento erano disponibili risorse complessive pari a 146,8 milioni di euro.
Il progetto d’investimento - fanno sapere da Roma - dovrà essere realizzato in 24 mesi. Le imprenditrici, destinatarie della misura, possono richiedere, al momento della compilazione della domanda, il servizio di assistenza tecnico-gestionale che comprende:
- un tutoraggio – utile nello step relativo alla realizzazione del progetto – per guidare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto, e trasferire competenze specialistiche, mediante incontri online o in presenza che verranno pianificati insieme al tutor.
- un voucher di 2mila euro da usare per coprire la metà dei costi affrontati dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di 4mila euro.
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