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Immatricolazioni auto aprile: trend ancora negativo

Le immatricolazioni di nuove auto in Italia hanno toccato i nuovi minimi da oltre 60 anni: in aprile le vendite sono arretrate di quasi il 33 per cento, sotto la soglia delle 10mila unità. Gli acquisti frenati dalla guerra, dall’inflazione e dall’attesa degli incentivi promessi dal Governo.

Pubblicato il 16/05/2022
concessionario auto
Andamento delle vendite di nuove auto in aprile

Il 2022 per il mercato dell’auto italiano sembra ormai segnato: la performance delle immatricolazioni vista tra gennaio e aprile, se venisse spalmata nell’arco di tutti e dodici mesi riporterebbe le vendite ai livelli dei primi anni Sessanta. Sul mercato, infatti, continuano a spirare venti contrari: dalla guerra in Ucraina, dall’andamento dei prezzi che hanno raggiunto picchi vertiginosi (soprattutto nell’energia), dal rallentamento sempre più vistoso della crescita economica (sino a minacciare una recessione) e dal timore di una sempre possibile recrudescenza della pandemia ora che le barriere sono state tolte.

-33% annuo le vendite di nuove auto

In aprile, secondo i dati resi noti dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni di nuove auto sono diminuite del 32,98% annuo a 97.339 unità: sotto, dunque, la soglia delle 100mila auto, livello che in tempi normali non si registra nemmeno in agosto, quando l’attività delle concessionarie è praticamente tutta in vacanza. Ancora più pesante se si guarda il ‘deficit’ accusato rispetto al mese di aprile del 2019 (al netto degli effetti della pandemia): -44,4%. Il saldo maturato nel primo quadrimestre del 2022 ammonta a 435.647 vetture, pari a una flessione del 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2021 (-38,9% dal 2019).

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La crisi arriva da lontano

La crisi dell’auto ha anche radici lontane. In particolare, gli esperti puntano il dito contro il Covid-19, il crollo del Pil nel 2020, il recupero solo parziale nel 2021 e, infine, la crisi dei chip. A questi fattori, che erano stati in parte compensati da un’efficace politica di incentivi, si sono aggiunti altri ‘venti’ contrari come l’inflazione, la minaccia di una stagflazione e la guerra Ucraina che, per inciso, condiziona molto la fornitura di componenti importanti per la produzione delle automobili. Senza contare, avvertono da Promotor, che ora sembra anche affacciarci il lockdown in Cina che potrebbe ritardare il ritorno alla normalità per la produzione di chip nella seconda metà dell’anno.

Settore fondamentale per l’economia del Paese

Il quadro è tutt’altro che incoraggiante per un settore, quello dell’auto, fondamentale per l’economia dell’intero Paese, tenuto conto che – con il suo indotto – rappresenta il 12% del Pil. Per questo è assolutamente necessario che il Governo adotti efficaci misure di sostegno. Ma proprio su questo punto, secondo lo studio, si stanno verificando errori, inefficienze e ritardi. In particolare, mesi fa autorevolissimi esponenti dell’Esecutivo avevano annunciato l’adozione di incentivi per sostenere gli acquisti di auto: aiuti che poi non si sono mai concretizzati. Il risultato è stato l’immediato congelamento dei progetti di acquisto perché è chiaro che nessuno acquista oggi a 100 quello che pensa di poter acquistare domani a un prezzo agevolato.

A metà maggio potrebbero arrivare gli incentivi

La luce potrebbe arrivare grazie agli incentivi adottati dal Governo lo scorso 6 aprile in un DPCM ma non ancora operativi. Che cosa succederà quando gli incentivi verranno erogati? Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, stima che si sbloccherà la domanda per circa 200mila veicoli. Questo significa che nell’intero anno le vendite arriverebbero a 1,32 milioni, livello che mette in dubbio la tenuta del sistema di distribuzione dell’auto. A rischio, secondo Quagliano, è infatti la rete dei concessionari che, a differenza delle case automobilistiche, non hanno altri mercati su cui trovare compensazioni. Oggi le concessionarie sono appena 1.220, contro le 2.785 del 2007, vigilia della crisi dei mutui subprime.

A cura di: Fernando Mancini

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