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Il bonus vacanze fino a 500 euro

Le vacanze, con l’emergenza Covid-19, restano una chimera per molti. La crisi ha abbattuto la capacità di spesa e la paura convincerà buona parte delle persone a limitare gli spostamenti verso mare o montagna, anche in Italia. Per cercare di sostenere il turismo, che vale il 113 per cento del Pil, e che tra marzo e maggio ha perso 31 milioni di turisti italiani (per 7,4 miliardi di euro), il decreto Rilancio ha introdotto il “bonus vacanze”: una misura di sostegno fino a un massimo di 500 euro a famiglia da spendere nelle strutture turistico-ricettive italiane, come alberghi, campeggi, villaggi, bed & breakfast, agriturismi. Come per i prestiti alle imprese, anche in questo caso, però, l’accesso a questa forma di credito non è per tutti, ed è disciplinata da precise regole.
Chi può chiederlo
La cifra massima può essere di 500 euro, ma solo in caso di famiglie composte da almeno tre persone. Nel caso di una coppia o di una famiglia con due componenti, il bonus scende a 300 euro, per i single si dimezza ancora a quota 150 euro. Ma non tutti i nuclei familiari possono accedervi: questo sostegno economico è riservato solamente a quelli con reddito medio-basso, ovvero con un valore Isee inferiore ai 40 mila euro annui. Il bonus ha anche una scadenza: è da spendere tra il primo luglio e il 31 dicembre 2020.
Come funziona il bonus vacanze
Non si tratta di un accredito vero e proprio al beneficiario. L’80% dello sconto viene applicato direttamente dalla struttura turistica. Per questa parte di spesa, quindi, il contribuente si vedrà direttamente applicare uno sconto in fattura. La struttura ricettiva, poi, può cedere il credito ai fornitori privati, agli istituti di credito o agli intermediari finanziari. Il restante 20%, invece, può essere recuperato dal beneficiario attraverso una detrazione fiscale sulla dichiarazione dei redditi dell’anno fiscale 2020. Quindi, facendo una simulazione, se consideriamo una vacanza da 1000 euro per tre persone (padre, madre e figlio), 500 euro devono essere sborsati e sui 500 euro di bonus, 400 euro è lo sconto che verrà applicato in fattura e 100 euro, invece, il credito d’imposta
Modalità di spesa
Il pagamento va attestato tramite fattura elettronica o documento commerciale e bisogna indicare il codice fiscale del beneficiario del credito, ovvero di chi paga. La spesa deve essere effettuata in un’unica soluzione e per i servizi di una sola impresa turistico ricettiva. Sono escluse da questo meccanismo le prenotazioni fatte attraverso intermediari web, come ad esempio Booking, Expedia ed Airbnb penalizzando così il mercato degli affitti delle case-vacanza.
I dubbi del settore
La misura vale nel complesso 2,4 miliardi di euro, ma gli albergatori tuttavia sono scettici e temono che circa un terzo delle risorse possa rimanere inutilizzato per effetto delle poche partenze. E in effetti, secondo un'analisi di Confcommercio, appena il 20 per cento degli italiani preparerà i bagagli questa estate. “Forse sarebbe stato meglio concedere un aiuto meno importante, di 300 euro, ma esteso a tutte le famiglie”, ha commentato Federalberghi. In merito è sceso in campo anche il Codacons. “Il bonus vacanza inserito nel dl Rilancio deve valere per tutte le strutture turistiche indipendentemente dalle modalità di prenotazione, e va esteso quindi anche alle piattaforme digitali” afferma l’associazione dei consumatori che ricorda in una nota «come sia cresciuto in Italia il ricorso al web per le prenotazioni alberghiere». Per il Codacons quindi, “escludere dal bonus vacanza le piattaforme digitali specializzate in 'booking' equivale a danneggiare i consumatori”.
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