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Dal riscaldamento all’efficienza energetica: come cambieranno le nostre case

Dalla caldaia per l'acqua calda al sistema di riscaldamento, la normativa comunitaria si fa sempre più stringente sul fronte dei consumi e delle emissioni. Da qui la necessità di compiere i giusti passi per non dover intervenire a più riprese sull'immobile.

Pubblicato il 03/07/2023
riqualifica energetica degli edifici
L'evoluzione normativa per l'efficienza energetica delle abitazioni

Da mesi si fa un gran parlare della Direttiva Case Green, attualmente in fase di bozza, che prevede il passaggio obbligato verso la classe E per tutti gli immobili (e sono la maggior parte in Italia) attualmente classificati G dal punto di vista energetico.

In realtà c’è un’altra normativa in evoluzione che avrà un impatto rilevante nel settore: si tratta dell’aggiornamento dei regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling, relativamente ai quali è stata chiusa la fase di consultazione tra i diversi portatori di interessi, con la Commissione europea che ora è al lavoro per redigere il testo.

Verso una nuova classificazione degli impianti di riscaldamento

Sul banco degli imputati ci sono soprattutto le caldaie alimentate attraverso combustibili fossili sia per il riscaldamento, sia per l’acqua calda. Questi ultimi sono da tempo nel mirino per il loro impatto inquinante e, da un anno e mezzo a questa parte, ancor più per la dipendenza di queste materie prime da Paesi geopoliticamente a rischio come la Russia e l’Algeria.

Le bozze circolate prevedono a partire dal 1° settembre 2025 - la riclassificazione dell’etichettatura energetica per i sistemi di riscaldamento con effetti a cascata sugli incentivi fiscali, che a quel punto dovranno essere rivisti a fondo per spingere i consumatori ad acquistare apparecchi davvero avanzati sul fronte delle emissioni.

Alle classi energetiche più alte accederebbero soprattutto le pompe di calore elettriche, mentre tutti gli impianti che adoperano combustibili rischiano un declassamento, e di conseguenza perdere le agevolazioni. Un destino che potrebbe toccare anche i sistemi ibridi (costituiti da pompa di calore integrata con una caldaia a condensazione, realizzati per funzionare insieme), destinati in prevalenza alle classi energetiche D ed E, a fronte del limite minimo posto alla C.

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Il funzionamento attuale dell’Ecobonus e la Direttiva Case Green

Attualmente, tra gli impianti che godono dell’agevolazione nota come Ecobonus (50 o 65% a seconda dei casi, con la possibilità di salire al 90% della spesa se inseriti nel perimetro del Superbonus) rientrano le caldaie a condensazione in classe A, le pompe di calore ad alta efficienza e gli impianti ibridi.

I due regolamenti andranno poi coordinati con la bozza della Direttiva Case Green, che pure è stata critica in Italia in quanto impone – per gli immobili residenziali - di raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Questo mentre i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

A questo proposito va ricordato che la classe energetica di un immobile dipende da numerosi fattori: tipologia di infissi, impianto di riscaldamento, sistema di produzione di acqua calda e sistema di illuminazione, zona climatica in cui si trova una casa e così via. Il prezzo da pagare per l’adeguamento rischia di risultare proibitivo soprattutto per le case singole, dal momento che non sono possibili economie di scala come invece nel caso del condominio.

Armonizzazione necessaria tra le normative comunitarie

La Direttiva Case Green punta a eliminare l’uso di impianti di riscaldamento a combustibili fossili in tutti gli edifici entro il 2035 o, se si dimostra alla Commissione che ciò non è fattibile, entro il 2040. Dunque, con una maggiore gradualità rispetto alle previsioni dei regolamenti.

Inoltre, se verrà approvato il testo finora circolato, la Direttiva vieterà le caldaie a gas, anche quelle a condensazione, ma consentirà l’uso di pompe di calore e sistemi ibridi (costituiti da una pompa di calore elettrica e una caldaia a gas a condensazione e non annoverati tra gli impianti a combustibili fossili).

Dunque, un’armonizzazione sarà inevitabile e questo dovrebbe lasciare spazio a una certa gradualità nell’adozione delle nuove misure. Perché, se una riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria è una priorità irrinunciabile, è pur vero che misure troppo drastiche appaiono irrealistiche, soprattutto alla luce delle difficoltà crescenti di molte famiglie, alle prese con un’inflazione da tempo su livelli elevati a fronte di stipendi sostanzialmente fermi.

A cura di: Luigi dell'Olio

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