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Bonus edilizi, tempo fino al 4 aprile per la cessione del credito

Il Decreto Rilancio estende il termine al 4 aprile per comunicare i crediti del Superbonus 110%. La misura, criticata per il suo peso sul bilancio pubblico, ha però avanzato l'Italia nel percorso verso edifici a emissioni zero secondo la Direttiva Case Green.

Pubblicato il 16/03/2024
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Scadenza al 4 aprile per la cessione del credito

Il conto alla rovescia è partito. Il Decreto Rilancio ha stabilito per i soggetti che hanno scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura nel corso dell’anno 2023, relativamente a spese per interventi di Superbonus 110% o di altri bonus edilizi, il termine del 4 aprile per comunicare il credito maturato. Solitamente la data fissata è il 16 marzo dell’anno successivo a quello della maturazione, ma dati i continui interventi del legislatore sul tema si è deciso di predisporre una proroga.

Gli esempi di applicazione della normativa

Così, ad esempio, chi ha speso 10 mila euro lo scorso anno per interventi coperti dal Superbonus 110% e ha scelto lo sconto in fattura, non versando quindi nulla, può comunicare entro il 4 aprile all’Agenzia delle Entrate l’esistenza di un credito da 11 mila euro.

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Misura bocciata dal Parlamento

Intanto dalla Camera arriva una sonora bocciatura in merito al bilancio tra introiti e uscite legati al Superbonus. In un’analisi condotta dai tecnici di Montecitorio viene sottolineato che la misura incentivante ha sì dato una spinta all’economia nazionale, “ma non tale da controbilanciare gli effetti che si rilevano a carico della finanza pubblica”. Anche dopo la “pluralità di interventi correttivi” adottati dai Governi che si sono succeduti, nel tentativo di trovare un punto di equilibrio, il panorama degli incentivi all’edilizia ha bisogno di una potente semplificazione, che potrebbe avvenire “nell’ambito del processo di attuazione della legge delega in materia di riforma fiscale che dovrà provvedere a un riordino delle cosiddette tax expenditures” per superare un quadro frastagliato con “il riconoscimento di incentivi differenziati per le stesse tipologie di intervento solo in relazione al tempo di realizzazione dell’investimento”. Quest’ultimo passaggio è una sottolineatura della “ingiustizia” che colpisce chi ha percorso la strada del Superbonus di recente, con la detrazione ridotta al 70% rispetto al 110% iniziale.

Nel documento condiviso dai parlamentari si sottolinea che la spesa si è rivelata abbondantemente superiore ai ritorni positivi, perché “l’effetto combinato del riconoscimento di aliquote di detrazione prossime o superiori al 100 per cento delle spese sostenute e della facoltà di illimitata cessione dei relativi crediti di imposta, anche attraverso lo sconto in fattura” hanno generato “oneri molto significativi per la finanza pubblica, peraltro di difficile quantificazione”.

C’è un altro passaggio che fa riflettere ed è relativo al rapporto fra sconto fiscale e lavori realizzati. Il riferimento è a uno studio della Banca d’Italia, il quale ipotizza che poco più della metà degli interventi sarebbe stata comunque realizzata anche senza l’introduzione del Superbonus. Così spesso il 110% si è tradotto in un generoso aiuto a investimenti che di fatto non ne avevano bisogno.

Vantaggi nell’ottica della Direttiva Case Green

Ma sarebbe sbagliato bollare in maniera semplicistica la misura come uno spreco. Infatti, nel percorso che dovrà condurre l’Europa nel 2050 verso un parco di immobili residenziali a emissioni zero, l’Italia parte più avanti rispetto agli altri. Il testo della direttiva, votato nei giorni scorsi dal Parlamento europeo e atteso il prossimo 12 aprile all’ultimo via libera del Consiglio, misura infatti i suoi obiettivi a partire dal 2020. Comprendendo così, nel calcolo del taglio dei consumi di energia, tutti lavori già realizzati con il Superbonus negli ultimi tre anni e mezzo. Fin qui sono stati ristrutturati oltre 480 mila edifici sui circa 5 milioni più energivori sui quali sarebbe prioritario intervenire in base alla nuova normativa comunitaria. Già alla fine del 2022, l’Enea stimava un risparmio energetico di circa 9 mila GWh all’anno solo con il Superbonus. Ma, come noto, anche altri interventi (a cominciare dal Superbonus) stanno generando benefici non secondari sul fronte dei consumi, e nella maggior parte dei casi restano pienamente in vigore.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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