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Auto Ue: a maggio immatricolazioni più che dimezzate
Il mercato dell’auto fa fatica a riprendersi dopo la gelata provocata dal coronavirus. Anche in maggio le immatricolazioni hanno accusato nell’Europa Occidentale (Ue+Regno Unito+ Efta) un ‘profondo rosso’: le vendite sono diminuite del 56,8% a sole 623,812 unità da 1,44 milioni segnate nello stesso mese del 2019. Il calo ha interessato tutti i mercati nazionali dell’area, che va da un massimo dell’89% segnato Oltremanica a un minimo, sempre importante, del 29,4% a Cipro.
Prosegue quindi il trend negativo visto sin dall’inizio dell’anno, già sottotono per l’indebolimento della congiuntura economica generale, anche se le vendite di veicoli nei primi due mesi sono state contenute nel 7,3%. La successiva esplosione della pandemia si è poi abbattuta sul mercato che, a ripetizione, ha segnato contrazioni del 51,8% a marzo e del 78,3% ad aprile, per arrivare al crollo di maggio.
Promotor: prospettive tutt’altro che positive
A questo dato già di per sé “catastrofico”, sottolinea il Centro Studi Promotor, “si aggiunge il fatto che le prospettive sono tutt’altro che positive”. Non è infatti pensabile, continua l’analisi, ad “un rapido recupero spontaneo perché la ripresa delle attività economiche dopo la quarantena è lenta, perché l’economia è stata colpita pesantemente, perché la capacità di spesa dei privati e delle aziende ha subito forti contrazioni, perché interi comparti della domanda di autovetture sono in profonda crisi, come, ad esempio, quello del noleggio a breve termine colpito al cuore dalle ripercussioni della pandemia sul turismo e sui viaggi di affari”.
Quagliano, gli incentivi auto devono riguardare anche l’Euro 6
In questo quadro, ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “ovunque in Europa si studiano e si adottano misure specifiche per il rilancio della domanda di autovetture che puntano su incentivi all’acquisto e cominciano anche a cadere le pregiudiziali ideologiche che comportavano la negazione di incentivi alle auto con alimentazioni tradizionali, che attualmente in tutti i Paesi costituiscono la quasi totalità della domanda”. Autorità di spicco, quali il presidente francese Emmanuel Macron e il vicepresidente della commissione europea Frans Timmermans, ha sottolineato ancora Quagliano, “hanno aperto a incentivi alle auto con alimentazioni tradizionali, rendendosi conto che, nell’attuale situazione, incentivare vetture Euro 6 è una strada obbligata per salvare le case automobilistiche e metterle in grado di continuare a investire sull’auto elettrica, che resta l’obiettivo di medio e lungo periodo”.
Attesa per l’emendamento Benamati al Decreto Rilancio
Nel nostro Paese, tuttavia, i provvedimenti finora adottati e in particolare il Decreto Rilancio non prevedono incentivi per le auto Euro 6. Un emendamento a questo Decreto presentato dall’On. Gianluca Benamati contempla però incentivi alla rottamazione, oltre che per l’acquisto di vetture a basso impatto, anche per vetture Euro 6 particolarmente virtuose in termini di emissioni. La sorte del mercato italiano dell’auto nel prossimo futuro pare legata all’accoglimento di questo emendamento e all’entità dei fondi destinati a finanziarlo.
Profondo rosso per le vendite nei primi cinque mesi
Il risultato dell’intera Europa Occidentale è, come sempre, pesantemente influenzato da quello registrato dai cinque maggiori Paesi che - in termini di immatricolazioni - in maggio hanno rappresentato una quota pari al 67,1% del totale. Tra questi, quello che fa registrare il peggior risultato è il Regno Unito (-89%), seguito dalla Spagna (-72,7%), dalla Francia (-50,3%), dall’Italia (-49,6%) e dalla Germania (-49,5%). Secondo i dati Acea, nei primi cinque mesi dell’anno il saldo è pesante per tutti e cinque i principali mercati europei: -54,2% in Spagna, -50,4% in Italia e -48,5% in Francia. Leggermente più contenuta la contrazione accusata nello stesso periodo dalla Germania: -35%.
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