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Auto sostenibile? Sì, ma non a tutti i costi
Bene le automobili a basso consumo e a basso impatto ambientale, ma a patto che non siano eccessivamente care. È la convinzione degli italiani in merito alla transizione ecologica nel campo della mobilità. Dalla quale discendono nuove abitudini di consumo e di acquisto.

L’auto ideale per gli italiani? Consuma poco, è affidabile e comoda. L’ibrido? Interessa un po’ a tutti e sette automobilisti su dieci ne valutano l’acquisto. I finanziamenti per l’acquisto di un'auto crescono e guadagna spazio il buy now pay later, meccanismo che consente di effettuare un acquisto con modalità immediata e pagamento futuro. Sono alcuni dei risultati che emergono dall’Osservatorio Compass sul settore auto/moto.
I consumatori prestano grande attenzione alla variabile dei consumi
Probabilmente incide anche l’aumento registrato dal costo dei carburanti nel corso dell’ultimo anno, sicuramente incide la crescente sensibilità degli italiani sui temi ambientali. Sta di fatto che quasi un automobilista su due (per la precisione il 48%) considera la vettura ideale per gli automobilisti quella caratterizzata da un ridotto consumo energetico. Non a caso, se dovesse comprare un’auto, oggi il 70% degli italiani sarebbe interessato all’acquisto di un’auto ibrida, con la Gen Z e quella dei Millennials che manifestano la maggior propensione green.
Incertezza sull’auto elettrica
Meno gettonata, ma comunque con buoni riscontri, quella elettrica (40%), per via del prezzo ritenuto eccessivo (secondo il 51%), oltre che per la scarsa presenza di colonnine di ricarica.
Questi risultati fanno il paio con una ricerca realizzata di recente da Bain & Company, dalla quale emerge che la legislazione comunitaria sulla mobilità sostenibile rischia di lasciare senza auto una larga fetta della popolazione. Infatti, dati i costi elevati delle batterie, i produttori di auto elettriche non hanno interesse a proporre al mercato utilitarie, con il risultato che in molti non hanno le disponibilità per poter acquistare modelli elettrici puri. Una riflessione che richiede serie riflessioni a livello europeo.
Le tendenze emergenti nel campo della mobilità
Tornando all’osservatorio di Compass, viene segnalata la crescita continua del noleggio a lungo, che si spiega essenzialmente con due ragioni: da una parte il cambio di prospettiva dei consumatori più giovani, interessati all’utilizzo dei beni più che alla proprietà degli stessi; dall’altra la possibilità di evitare i costi fissi a vantaggio di quelli variabili, legati all’utilizzo che se ne fa.
Secondo i dati Unrae, sono state 302mila le immatricolazioni del noleggio a lungo termine nel 2022, in aumento del 19% sul 2021, in particolar modo tra i privati (14,8% del totale), e nel primo trimestre di quest’anno si registra un’ulteriore crescita del 10% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’8,5% rispetto al primo trimestre 2022. Tra i vantaggi percepiti, spiccano soprattutto la minore incidenza delle spese di manutenzione (28%), i costi iniziali inferiori rispetto all’acquisto (20%) e la praticità a livello burocratico (20%).
Intanto Aniasa (l’associazione di settore) segnala che nel 2022 il giro d’affari è cresciuto del 7% rispetto al 2021, con la flotta aumentata del 9% grazie al concorso tra maggiori acquisti e minori vendite di usato. Quanto al breve termine, il venir meno delle restrizioni pandemiche ha fatto impennare sia il giro d’affari (+59% a un anno), sia il numero di noleggi (+41%).
L’incidenza del settore automotive sul credito al consumo
Lo studio si sofferma, poi, sull’incidenza dell’automotive nel mercato del credito al consumo. Considerando 25 miliardi di euro, che costituiscono i prestiti finalizzati erogati nel 2022 tramite convenzionati, il comparto auto/moto arriva a determinarne quasi l’80%. Una quota rimasta a grandi linee invariata negli ultimi anni.
Infine, inizia a farsi largo anche in questo settore dei consumi il buy now pay later, la dilazione di pagamento ritenuta utile dai dealer del mondo auto in particolare per tutto ciò che riguarda le attività di post-vendita. Una tendenza che avvicina l’Italia ai Paesi occidentali in cui questa modalità è utilizzata da più tempo.
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