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Auto: ripensare la politica degli incentivi

Federmotorizzazione chiede di modificare la politica degli incentivi togliendo la pregiudiziale della trazione elettrica e di puntare di più sulla tecnologia giù esistente, che azzera o quasi le emissioni dei motori più evoluti ed incentivare la ricerca di carburanti biocompatibili e più puliti.

Pubblicato il 26/01/2022
flashmob di persone che compongono il disegno di un'auto
Servono incentivi al settore automotive

Il 2021 è stato un anno (il secondo consecutivo) da dimenticare per il mercato automobilistico italiano e, se non ci saranno aiuti importanti, potrebbe essere compromesso anche il 2022. Il settore, secondo gli esperti, sarà infatti chiamato a fare i conti con la pandemia (che tiene sempre gli automobilisti sulle spine), un’economia la cui crescita ancora non si è fatta sentire appieno a valle e – sul fronte dei produttori – con una crisi dei chip la cui fine tarda ad arrivare.

Per questi motivi, suggeriscono da Federmotorizzazione Confcommercio, bisogna andare oltre la politica degli incentivi così come l’abbiamo vista finora. Bisogna ripensarla, dice il presidente, Simonpaolo Buongiardino, in modo strutturale, cioè senza la pregiudiziale della trazione elettrica.

I numeri delle immatricolazioni

L’insicurezza economica e l’instabilità sociale provocate dall’emergenza sanitaria, sottolineano in Federmotorizzazione, hanno causato un netto calo nelle immatricolazioni rispetto al 2019. Le immatricolazioni sono crollate del 23,5% a poco più di 1,47 milioni di unità rispetto al 2019, anno di riferimento perché l’ultimo al netto degli effetti pandemici.

È infatti poco significativo il timido miglioramento registrato lo scorso anno dalle vendite di nuove vetture confrontate con quelle realizzate nel 2020 (+5,8% a 1,39 milioni di unità), considerate sia la gelata della domanda scattata con l’esplosione della pandemia, sia il fatto che le imprese del comparto (produzione e distribuzione) sono rimaste chiuse per più di un mese mezzo a causa del lockdown.

Il boom dell’auto green anche in Italia

Non tutto è negativo quello che è successo lo scorso anno nel mondo dell’automotive: i dati, infatti, rassicurano sulla maggiore sensibilità ambientalista dei nostri automobilisti. Tra le auto immatricolate nel 2021 hanno così ingranato la marcia veloce le ibride - 427.924 unità -, seconde solo alle 437.731 vetture a benzina. A corroborare questa performance green c’è il forte incremento registrato dalle auto elettriche, +538%, anche se su questo punto bisogna precisare che i numeri assoluti sono molto bassi: questo segmento ha coperto solo una quota del 4,58% di mercato, con appena 67.542 immatricolazioni. Sicuramente l’ecobonus ha rappresentato una boccata d’ossigeno ma, osservano gli esperti, le poche risorse sono state esaurite in breve tempo.

Quello dell’automotive resta uno stato di crisi inascoltato che mette in pericolo l’occupazione di decine di migliaia di addetti, con molti operatori a rischio di chiusura. Da rilevare che il comparto conta globalmente oltre 430mila addetti, con quasi 126mila aziende: pari a circa il 5% del Pil e del gettito fiscale. Davanti a queste fosche prospettive, sottolinea Buongiardino, Federmotorizzazione e altre associazioni del comparto hanno più volte invocato iniziative concrete di pianificazione strutturale degli incentivi per non rimanere sempre il fanalino di coda nell’evoluzione del parco circolante (ancora 10,5 milioni di veicoli ante Euro 4) con tutto ciò che ne consegue non solo per l’ambiente, ma anche dal punto della sicurezza stradale.

Incentivi senza pregiudiziale della trazione elettrica

Federmotorizzazione critica la gestione della transizione green e invita a riflettere, viste la carenza di energia e il caro-bollette, sulla sostenibilità di tale scelta. Per la mobilità, suggerisce, sarebbe più conveniente usare la tecnologia già disponibile che azzera o quasi le emissioni dei motori più evoluti ed incentivare la ricerca di carburanti biocompatibili e più puliti. Anche perché, spiega Buongiardino, la tecnologia green non consente ancora di coprire lunghe distanze e le attuali batterie saranno oggetto di grandi innovazioni: diventeranno più leggere, economiche ed efficienti e questo crea attesa e scoraggia ulteriormente l’acquisto. Gli addetti ai lavori chiedono perciò al Governo di stanziare incentivi incentrati sulle basse emissioni senza la pregiudiziale della trazione elettrica.

A cura di: Fernando Mancini

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