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Auto: in maggio rallenta il calo delle vendite

In maggio le vendite di auto sono calate del 15,14 per cento. La diminuzione poteva essere ben superiore senza gli incentivi varati dal Governo ed entrati in vigore nell’ultima settimana del mese. Per l’intero 2022 attese 1,14 milioni nuove immatricolazioni, in calo dell’8,3 per cento annuo.

Pubblicato il 22/06/2022
modellino di auto su monete
Andamento delle immatricolazioni di nuove auto in maggio

Il mercato dell’auto italiano registra un primo, timido, segnale di inversione di tendenza rispetto all’andamento disastroso che ha registrato sin da quando è esplosa la pandemia di Coronavirus. In maggio, grazie soprattutto all’effetto immediato degli incentivi adottati dal Governo (che ha interessato solo l’ultima parte del mese), il calo delle immatricolazioni di nuove vetture è infatti decisamente rallentato: ne sono state vendute 121.299 unità, pari a una diminuzione del 15,14% sullo stesso mese dello scorso anno. In aprile erano state registrate 97.339 auto, in contrazione del 32,98% annuo. Rispetto al maggio 2019, ultimo mese di riferimento al netto degli effetti del Covid-19, la variazione è di -38,7%.

Immatricolazioni attese per il 2022

Il rallentamento della caduta delle immatricolazioni registrato in maggio è stato sì importante, ma non ha cambiato il segno del bilancio dei primi cinque mesi dell’anno, periodo che si è chiuso con sole 556.974 auto vendute, in calo del 24,3% sullo stesso periodo del 2021. La situazione del mercato, avvertono gli esperti, resta comunque critica. Proiettando il risultato dei primi cinque mesi sull’intero anno si ottiene un numero di vendite pari a circa 1,14 milioni, volume che può essere considerato il livello di immatricolazioni che si sarebbe realizzato nel 2022 senza gli incentivi annunciati dal Governo a fine 2021, concessi con decreto il 6 aprile e prenotabili dai concessionari sulla piattaforma del Ministero dello Sviluppo Economico dal 25 maggio.

Sono incentivi che arrivano in ritardo e che sono insufficienti rispetto alla crisi in cui versa il mercato. Queste agevolazioni, secondo il Centro Studi Promotor, dovrebbero assicurare solo 200mila vendite aggiuntive. Se sarà così, si potrà dunque ritenere che l’intero 2022 si chiuderà, per l’esattezza, con 1.336.682 nuove immatricolazioni. Si tratta, secondo l’analisi, di un livello basso: inferiore dell’8,3% rispetto al 2021, del 30,3% sul 2019 e di ben il 38,5% al livello medio degli anni precedenti la crisi dei mutui sub prime innescata nel 2007 dal fallimento di Lehman Brothers. Questa previsione è allarmante, soprattutto alla luce dello stanziamento da parte del Governo di incentivi al settore per 615 milioni di euro.

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Tutti a caccia degli incentivi

Intanto la piattaforma del Ministero dello Sviluppo Economico destinata ad accogliere le prenotazioni dei concessionari per usufruire degli incentivi per i propri clienti è in piena attività: dal 25 maggio fino alla mattinata del primo giugno era stato prenotato il 14% dei 220 milioni per le auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi/km, il 9% dei 225 milioni dedicati alle vetture con emissioni di CO2 da 21 a 60 grammi/km e ben il 78% dei 170 milioni disponibili per le vetture con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi/km.

Questi dati, secondo Promotor, mettono in chiara evidenza che il Governo, oltre a non rispondere prontamente alle esigenze del settore, ha destinato fondi esuberanti per le auto con emissioni di CO2 da 0 a 60 grammi/km e fondi assolutamente insufficienti per le vetture ad alimentazione tradizionale, ma con emissioni di CO2 non superiori a 135 grammi/km.

I problemi del mercato dell’auto

La penalizzazione di quest’ultima categoria di auto a basse emissioni e molto richieste dal pubblico non aiuta certo il settore, che è ancora alle prese con una serie interminabile di difficoltà: dagli effetti della pandemia, alla crisi nelle forniture di chip e altri componenti, alle difficoltà dell’economia non ancora tornata ai livelli pre-pandemia, al ritorno dell’inflazione al pericolo di stagflazione, alla guerra in Ucraina, all’effetto negativo per l’Italia e i Paesi europei delle sanzioni alla Russia.

A cura di: Fernando Mancini

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