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Auto: gli italiani guidano di più
In Italia va a rilento l’adozione dei veicoli elettrici, richiesti soprattutto nel Nord. Cresce la mobilità sharing, con bike e monopattino oramai al 15,5 del parco circolante. A rischio un aumento del divario tra chi può permettersi auto innovative e quelli penalizzati da motivi economici.
La paura di essere contagiati ha spinto gli italiani ad utilizzare maggiormente la propria vettura, molto più di quanto facessero prima del Covid. L’auto è così diventata sempre più centrale nella loro vita quotidiana. Eppure, la crisi del mercato dell’auto è evidente: le immatricolazioni sono ai minimi storici e il parco circolante continua a invecchiare.
La svolta ambientalista, ovvero la penetrazione dei veicoli elettrici, va a rilento: interessa quasi esclusivamente le città del Nord e le flotte aziendali. Pochi input positivi anche da come i cittadini guardano al futuro, con l’aumento del ‘divario di mobilità’ tra chi può permettersi le auto con motorizzazioni nuove (SUV e vetture grandi) e chi non può farlo e si affida ancora alla propria vecchia quattro ruote. Unico segno positivo giunge dal noleggio, anche per privati, che può essere motore di una maggiore diffusione dei veicoli green.
L’auto sempre più centrale nella vita quotidiana
Sono le principali evidenze emerse dalla ricerca ‘La mobilità che non cambia – Un’Italia a due velocità, tra chi abbraccia il nuovo...e chi non può ancora permetterselo’, che ha avuto come obiettivo l’analisi dell’andamento della transizione verso la mobilità elettrica dell’Italia. Il report, realizzato da ANIASA (Confindustria), l’associazione del settore dei servizi di mobilità, e Bain & Company, è partito da un assunto: negli ultimi mesi gli italiani sono tornati ad utilizzare massivamente l’auto, circa il 60% in più di quanto facevano nel pre-pandemia (a gennaio 2020), come segnala l’App Mappe di Apple. Nel dettaglio, l’auto personale è il mezzo usato più spesso (dal 69% del 2020 al 73% del 2021) e gli utenti sono molto più propensi ad utilizzare il car sharing (dal -54% del 2020, al -16% del 2021 al +2% del 2022) ed i monopattini elettrici (dal -8% del 2021 al +5% del 2022).
Bike sharing e monopattino al 15,5% del parco circolante
Dietro questa ritrovata ‘voglia di guidare’ c’è anche il ritorno sui luoghi di lavoro. Nel 2019 si lavorava da remoto solo 0,8 giorni la settimana, il Covid ha innalzato questo valore a 2,6 nel 2020, sceso a 2,1 nel 2021 e a 1,4 giorni nel 2022: praticamente quasi come nel pre-pandemia. Nonostante questo trend, la ricerca segnala la crisi attraversata dalle vendite, crollate ai minimi da sessanti anni: prima a causa del virus, poi per la carenza di chip e, infine, per la guerra in Ucraina che ha inciso sulla fiducia dei consumatori.
Da gennaio le vendite di nuove auto sono calate del 27%, con il conseguente invecchiamento del parco circolante, passato dal 2000 a oggi da un’età media di 8,8 a 11,5 anni: uno dei più vecchi in Europa. Le nuove forme di mobilità (monopattino e bike sharing) poco possono per fermare questa involuzione, anche se oggi coprono una quota pari al 15,5% del parco circolante.
L’elettrico cresce, ma solo nelle città del Nord
La penetrazione delle auto elettriche non è confortante. Nel 2021 le auto full electric (BEV) hanno sì aumentato la quota, ma si sono concentrate nelle città del Nord (5,3%), grazie a consumatori più inclini all’innovazione e con buona disponibilità di spesa. Questo segmento è ancora poco rilevante: pesa circa il 4% del totale.
Gli italiani preferiscono piuttosto l’ibrido-mild. Lo studio evidenzia poi come diversi fattori debbano allinearsi per lo sviluppo dell’elettrico. La crescita dei SUV (dal 4% del 2000 al 51% del 2021) non agevola infatti la transizione a causa del conseguente aumento dei prezzi di listino. Lascia molti dubbi il fatto che, se le stime di riduzione dei segmenti minori dovessero concretizzarsi (segmento A dal 18% al 6% del totale), si prospetta un rischio di ‘mobility divide’ tra chi potrà permettersi le auto con nuove motorizzazioni (SUV e vetture grandi) e chi invece non potrà.
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