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Auto elettriche: punti di ricarica ancora da potenziare
Nell’Ue c’è un forte ritardo nella costruzione dei punti di ricarica per le auto elettriche. Per rispettare i target di Bruxelles, secondo l’ACEA, occorre che ogni settimana in tutta l’Ue vengano installati almeno 14mila punti. Dai progetti infrastrutturali enormi benefici ambientali.

L’Associazione dei produttori di auto europei chiede a gran voce ai Paesi membri Ue un cambio di marcia nell’implementazione delle infrastrutture destinate a supportare la svolta green del mercato automobilistico del vecchio continente.
In particolare, sulla base di una nuova ricerca, l'ACEA invita tutti gli Stati a rafforzare con urgenza gli investimenti nelle stazioni di ricarica elettrica. L'industria automobilistica, si legge in una nota, sta infatti già immettendo sul mercato centinaia di modelli di veicoli a basse e zero emissioni, ma nutre una seria preoccupazione per quanto riguarda il lento dispiegamento delle infrastrutture necessarie per caricare e rifornire di carburante questi innovativi mezzi.
Le vendite di elettriche accelerano, a rilento le colonnine
Numeri alla mano: le vendite di auto a ricarica elettrica negli ultimi 5 anni sono aumentate di 10 volte, raggiungendo nel 2021 circa 1,7 milioni di unità (pari al 18% del mercato totale). Nel frattempo, il numero di postazioni di ricarica pubbliche nell'UE è cresciuto di appena 2,5 volte. Una situazione che richiede, sottolineano i produttori, un radicale cambio di marcia. Entro il 2030, secondo una nuova ricerca basata sull'analisi di McKinsey, sarebbero necessari fino a 6,8 milioni di punti di ricarica pubblici in tutta l'Ue per raggiungere la riduzione del 55% di CO2 proposta per il mercato delle auto. Questa cifra è quasi doppia rispetto a quella avanzata dalla Commissione europea nella sua proposta di regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR), in negoziazione al Parlamento europeo e al Consiglio.
ACEA, convincere gli Stati ad accelerare nelle infrastrutture
Questa cifra, sottolineano all’ACEA, sta a significare che ogni settimana in tutta l’Ue dovrebbero essere installati fino a 14mila punti di ricarica pubblici per tutti i segmenti di veicoli (auto, furgoni, camion e autobus), rispetto agli attuali meno di 2mila settimanali. La transizione verso le emissioni a zero è una corsa a lungo termine, ha affermato Oliver Zipse, presidente e CEO dell’Assocazione, ma ora la sfida chiave è convincere tutti gli Stati membri ad accelerare la distribuzione delle infrastrutture necessarie. Il mercato, ha aggiunto, ha assolutamente bisogno di una chiusura ambiziosa della proposta AFIR, sia in termini di tempistica sia di obiettivi ben precisi per ciascun Paese membro.
Da progetti infrastrutturali enormi benefici ambientali
Il timore dei produttori è che manchino a monte gli investimenti. Tuttavia, fanno notare in sede ACEA, sebbene all'inizio ne saranno necessari di ingenti, questi rappresentano solo una frazione degli investimenti totali in progetti infrastrutturali comparabili e porterebbero enormi benefici ambientali.
In particolare, il nuovo documento di ricerca stima i costi annuali per le infrastrutture di ricarica pubbliche a 8 miliardi di euro, circa il 16% degli investimenti chiesti in ambito 5G e reti Internet ad alta velocità. Le posizioni, lo spazio e i livelli di potenza necessari per le infrastrutture dei veicoli pesanti sono sostanzialmente diversi da quelli delle autovetture. Secondo la ricerca, i camion richiederanno 279mila punti di ricarica entro il 2030, di cui l'84% sarà negli hub della flotta. I restanti punti di ricarica saranno prevalentemente pubblici, veloci lungo l'autostrada (36.000) e pubblici notturni (9.000).
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