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Auto: a febbraio nuova sbandata delle immatricolazioni

Nuovo ribasso delle immatricolazioni di nuove auto in Italia: in febbraio sono calate del 22,6 per cento ad appena 143mila unità. Preoccupazione dei concessionari per la mancanza degli incentivi promessi dal Governo e per gli effetti che rischia di avere il conflitto tra Russia e Ucraina.

Pubblicato il 08/03/2022
giovane coppia da concessionario auto
Andamento delle immatricolazioni di nuove auto in febbraio

Il mercato dell’auto italiano stenta a rialzarsi dalla crisi in cui è piombato a causa del Covid: a febbraio le immatricolazioni di nuove vetture hanno registrato l’ennesimo mese negativo, con le registrazioni crollate ai minimi degli anni '60. Lo scorso mese, secondo il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, sono state vendute appena 110.869 nuove autovetture a fronte delle 143.161 registrate nello stesso mese dell’anno precedente, in calo del 22,56% (-37,9% rispetto a febbraio 2019, ultimo mese al netto della pandemia).

Decisamente più vivace il mercato dell’usato, dove i trasferimenti di proprietà sono, nello stesso periodo, aumentati del 34% rispetto a febbraio 2021 a 406.956 unità. Ad evidenziare questa differenza è lo spaccato del volume globale delle vendite mensili, pari a 517.825 unità, che ha interessato per il 21,41% le vetture nuove e per il restante 78,59% le vetture usate.

Vendite ai minimi dagli anni '60

La performance registrata nel primo bimestre è sconfortante per i concessionari: le immatricolazioni sono complessivamente diminuite a 218.716 unità, del 21,1% annuo e del 36,4% sul 2019. Proiettando il risultato consolidato a gennaio-febbraio sull’intero anno si ottiene un volume di immatricolazioni di poco superiore al milione di unità, un livello che non si vedeva da 60 anni.

Inoltre, i venti di crisi che soffiano dal conflitto Russia-Ucraina, con tutte le incertezze che generano a cascata (inflazione, occupazione, economia) non lasciano ben sperare per una ripresa corposa. Anzi, sul mercato, già precario per molti motivi e in particolare per le conseguenze della pandemia e per la crisi dei microchip, si sono abbattute due nuove pesanti stangate. La prima, sottolineano in Promotor, è il fatto che il Governo non ha ancora adottato provvedimenti per rendere operativi gli incentivi annunciati.

Gli automobilisti optano per l’usato

La principale conseguenza dell’immobilismo dell’Esecutivo è che, nell’attesa degli incentivi, una parte importante dei pochi interessati ad acquistare un’auto in questo momento rinvia la decisione in attesa dei possibili risparmi consentiti dalle 'promesse' agevolazioni. Gli automobilisti sono anche frenati dai tempi lunghissimi di consegna e da un mercato green (dall’ibrido all’elettrico) ancora con poche certezze e da una tecnologia ancora in fase di consolidamento. Ecco allora che molti italiani interessati ad acquistare un’auto optano per il mercato di seconda mano, come emerge dall’aumento (al 21,4% del totale dal 18,8% registrato nel quarto trimestre 2021) delle richieste di finanziamenti - secondo l’Osservatorio di PrestitiOnline.it - proprio per le vetture usate.

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La scia della guerra Russia-Ucraina

La seconda stangata, rilevano gli esperti, è la guerra in Ucraina che sta già incidendo negativamente sulla domanda di autovetture per il timore degli effetti negativi che questo conflitto potrebbe avere sull’economia italiana (con le sue esportazioni penalizzate dalle sanzioni contro la Russia). Il Centro Studi Promotor, con la sua inchiesta congiunturale condotta a fine febbraio, ha rilevato anche le opinioni dei concessionari sulla gravità dei fattori di freno della domanda di auto.

Al primo posto delle remore che frenano la domanda pongono l’insufficiente disponibilità di auto per effetto della crisi dei chip indicata come fattore di freno dall’86%. Seguono il protrarsi dell’attesa per l’adozione degli incentivi (72%) e l’influenza della guerra in Ucraina sul quadro economico generale (69%).

A cura di: Fernando Mancini

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