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Pensioni, gli uomini percepiscono importi più elevati
Più della metà delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. E questa percentuale arriva per le donne al 67,6 per cento. Per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 40,9 per cento e, in particolare, nella categoria vecchiaia è pari al 18,4 per cento.

Nel 2022 sono state liquidate 1.350.222 pensioni. Di queste, il 46,5% è di natura assistenziale. È quanto emerge dall’Osservatorio sulle pensioni erogate dall'Inps. Sotto la lente le pensioni vigenti al 1° gennaio 2023 e liquidate nel 2022.
Dall’indagine effettuata dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si contano dal primo gennaio 2023 17.718.685 pensioni vigenti. Di queste, 13.685.475 sono di natura previdenziale. Parliamo di pensioni di vecchiaia, invalidità e superstiti che rappresentano il 77,2% del totale. Le rimanenti 4.033.210 sono di natura assistenziale, ovvero di invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali che rappresentano, invece, il 22,8% del campione esaminato.
Dall’Osservatorio dell’Inps emerge che nel corso del 2022 la spesa complessiva annua per le pensioni è stata pari a 231 miliardi di euro: 206,6 miliardi affrontati dalle gestioni previdenziali e 24,42 miliardi da quelle assistenziali. Inoltre, i numeri rivelano che il 47,9% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati. Dai dati viene fuori anche un sensibile divario di genere: le ‘quote rosa’ percepiscono, infatti, un assegno mensile mediamente più basso rispetto a quello degli uomini.
Il divario
È di 74,1 anni l’età media dei pensionati in Italia. C’è però una differenza tra i due generi di 4,7 anni: 71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne. Più della metà delle pensioni (55,8%) ha un importo inferiore a 750,00 euro. E questa percentuale sale per le donne e arriva al 67,6%. La disparità tra uomini e donne non è di poco conto: per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 40,9% e, in particolare, nella categoria vecchiaia scende al 18,4%. Il 44,8% delle pensioni di vecchiaia percepite dalla popolazione maschile è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
La distribuzione territoriale: il Nord guida la classifica
È l’Italia settentrionale a salire sul podio per la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche al 1° gennaio 2023. Al Nord viene erogato il 48% delle pensioni; nel Centro Italia il 19,3% mentre in Italia meridionale e nelle isole il 30,7%. Ciò che resta, ossia il 2% pari a 358.908 pensioni, viene erogato a soggetti residenti all’estero. Secondo l’ultimo Osservatorio Inps l’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.359,53 euro e il valore più alto si registra nel Settentrione, con 1.456,71 euro.
La Sicilia è la regione italiana con il minor numero di pensioni previdenziali per residente (167 pensioni x 1.000 residenti). A seguire vi sono Campania con 176 pensioni e il Lazio con 183. In Lombardia vengono erogate il 18,9% del totale delle prestazioni previdenziali: si calcolano 267 pensioni per mille abitanti per un totale di 2.590.060 pensioni. In Liguria si contano 270 pensioni per mille residenti. Numeri diversi nel caso delle prestazioni assistenziali. Al primo posto vi sono le regioni del Nord con Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che si piazzano ai primi posti e presentano un tasso standardizzato rispettivamente di 43, 45, 45 e 46 per 1.000 residenti. In basso alla classifica vi sono, invece, Puglia, Campania e Calabria con un tasso standardizzato rispettivamente di 105, 112 e 118 pensioni per 1.000 residenti.
L’Osservatorio dell’Inps rivela che la popolazione maschile percepisce pensioni in media più elevate rispetto alle donne, arrivando a quasi il doppio in Italia Settentrionale per la categoria vecchiaia. Più basso l’importo medio mensile della pensione di chi risiede all’estero. Ciò è legato al fatto che molte di queste pensioni vengono concesse tramite un regime di convenzione internazionale: i percettori hanno maturato il diritto in diversi Paesi e l’Italia paga solamente la parte di propria competenza.
I finanziamenti destinati ai pensionati
Tutti i pensionati possono ricorrere alla cessione del quinto, un prestito rimborsabile mediante un addebito automatico mensile che l'Inps effettua sulla sua pensione. L’addebito non può andare oltre un quinto dell'importo mensile della pensione.
Questo tipo di finanziamento - che rientra nella categoria dei prestiti non finalizzati in quanto non si è tenuti a spiegare come verrà usato il denaro - può essere chiesto dai titolari di tutte le pensioni, a eccezione di: assegni e pensioni sociali; invalidità civili; assegni mensili per l’assistenza ai pensionati per inabilità; assegni di sostegno al reddito (VOCRED, VOCOOP, VOESO, CRED27, COOP28); assegni al nucleo familiare; pensioni con contitolarità per la quota parte non di pertinenza del soggetto richiedente la cessione; prestazioni di esodo ex art. 4, commi 1-7 ter, legge 28 giugno 2012, n. 92; APE Sociale.
Secondo l'ultimo Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline.it, durante il primo trimestre 2023 le richieste di cessione del quinto della pensione rappresentano il 14,2% del totale. Più alte le percentuali per le richieste fatte da dipendenti pubblici (22,6%) e dipendenti privati (63,2%). La durata media più ricercata per questa forma di finanziamento è di 8 anni negli ultimi 3 mesi, mentre l'importo medio richiesto è di 21.151 euro.
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