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Gap di genere: alle donne va solo il 20% dei prestiti personali
La FABI ha passato ai raggi X il divario di genere nei finanziamenti bancari. Il risultato? Da nord a sud dell’Italia, è concesso più credito agli uomini rispetto alle donne. La Valle d’Aosta è la regione con i finanziamenti bancari più rosa. Campania maglia nera. Trova un prestito personale vantaggioso a marzo 2025.

L’accesso al credito in Italia? È ancora (troppo) poco rosa. A dipingere questo quadro sulla disparità di genere nei finanziamenti bancari (prestiti personali, cessione del quinto e mutui) è la FABI. La Federazione autonoma bancari italiani ha calcolato il “credit gender gap” nel nostro Paese e tracciato una mappa delle “quote rosa” dei prestiti in tutte le Regioni.
E se il divario è più accentuato al Sud, il mercato del credito in gonna stenta a decollare anche nei territori del Nord.
Alle donne meno del 20% dei prestiti erogati
Secondo le cifre elaborate dalla FABI su statistiche della Banca d’Italia, le donne nel nostro Paese accedono a meno del 20% del totale del credito erogato alle famiglie (la media nazionale è pari al 19,98%), mentre agli uomini ne è destinato oltre il 34%.
Il restante 45% è costituito da finanziamenti cointestati (congiuntamente a un uomo e una donna o a più persone), che “però non garantiscono di per sé autonomia finanziaria alle donne”, sottolinea la Federazione autonoma bancari italiani
In pratica, da questo quadro emerge che “gli uomini ricevono oltre un terzo del credito complessivo, mentre alle donne spetta appena un quinto del totale”, spiegano ancora dalla FABI.
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Il divario di genere nel credito vale 68 miliardi
La differenza, tradotta in termini assoluti, vale circa 68 miliardi di euro in favore degli uomini. Infatti, su un ammontare complessivo di 472 miliardi di finanziamenti bancari erogati ai privati a fine settembre 2024:
- 162 miliardi sono stati concessi a consumatori maschi;
- solo 94 miliardi sono andati al credito “rosa”.
La restante quota, pari a 215 miliardi, è relativa a contratti di finanziamento cointestati.
Campania “maglia nera”, arranca anche il Nord
In linea di massima, il divario di genere nell’accesso ai finanziamenti bancari accomuna tutte le aree geografiche del Paese. È però la Campania la regione italiana ad indossare la “maglia nera”: qui solo il 16,75% dei finanziamenti erogati va alle donne, contro il 32,1% riconosciuto agli uomini.
Tra le otto peggiori regioni, cinque sono al Sud (Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria): qui, in media, alle donne va meno del 18% di mutui e prestiti, mentre agli uomini il 34,2% sul totale. Le altre tre regioni che si posizionano nelle retrovie della classifica sono al Nord:
- Veneto (con il 17,85% di finanziamenti “rosa”, contro il 34,4% maschile);
- Lombardia (19,1% vs 34%);
- Piemonte (19,6% contro 32%).
Nessuna di queste otto regioni, dunque, supera la media nazionale del 20% di credito erogato al gentil sesso.
La Valle d’Aosta è regina dei prestiti “rosa”
Come spiega ancora la FABI, chi dà più spazio alle donne è invece la Valle d’Aosta, con quasi il 25% dei prestiti concessi in favore della clientela femminile, superiore di cinque punti base rispetto alla media nazionale del 19,98%.
Sul podio delle “migliori” salgono anche Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari arrivano rispettivamente al 23,4% e 23%.
FABI: accesso al credito più equo leva per l’economia
Commenta Annalisa Campana, dirigente sindacale FABI e curatrice della ricerca: “Il divario nell’accesso al credito tra uomini e donne trova spesso radici in stereotipi culturali ancora radicati, procedure burocratiche complesse e scarsa attenzione del sistema bancario alle specifiche esigenze femminili. Le banche, pur essendo sempre più attente alle politiche di inclusione e dimostrando alta sensibilità sociale, mostrano ancora una tendenza a richiedere maggiori garanzie alle donne, influenzando negativamente le possibilità di sviluppo economico e il rafforzamento del ruolo delle donne nella società. Superare questo ostacolo è necessario non soltanto per ragioni di equità sociale, ma anche perché garantire un accesso più equo e diffuso al credito per le donne produrrebbe effetti benefici per l’intera economia nazionale”.
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