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Credito al consumo in forte crescita
Tra gennaio e febbraio le erogazioni si sono attestate a quota 9,4 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2024 e del 7,3% se si escludono dal calcolo le carte di credito. Si tratta di un indicatore di fiducia in una fase delicata per l'economia.

Il 2025 è iniziato a passo spedito per il mercato italiano del credito al consumo. Secondo le statistiche di Assofin, infatti, tra gennaio e febbraio le erogazioni si sono attestate a quota 9,4 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2024 e del 7,3% se si escludono dal calcolo le carte di credito.
Si tratta di un indicatore di fiducia tutt’altro che scontato, alla luce della fase che stiamo vivendo. Infatti, una crescita delle richieste di finanziamento sta a indicare che i consumatori sono tendenzialmente fiduciosi in merito alle proprie capacità di rimborsare il debito contratto. È solo nelle fasi di grande tensione (situazione non ravvisabile) che la crescita può essere letta come segnale d'impossibilità ad onorare i propri impegni.
Buone notizie per l’accesso al credito
I dati censiti dall’Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare fanno escludere segnali di difficoltà di accesso al mercato. Sicuramente, un ruolo in questo trend lo gioca la dinamica dei tassi. Secondo le rilevazioni di PrestitiOnline.it, tra gennaio e febbraio gli interessi sui prestiti personali si sono attestati mediamente all’8,49% (ma è stato possibile spuntare anche il 7,14% attraverso una comparazione alla ricerca dell’offerta migliore), in sensibile frenata rispetto all’8,66% del quarto trimestre 2024.
Se poi il confronto viene fatto con il primo trimestre dello scorso anno, il risparmio è ancora più evidente, considerato che all’epoca si viaggiava in media all’8,95%. La discesa, in sostanza, si avvicina al mezzo punto e questo – sulle scadenze più lunghe e su importi più consistenti – sta a indicare un risparmio importante. Inoltre, il calo dei tassi apre le porte del mercato a consumatori che altrimenti potrebbero faticare nel piano di rimborso.
Senza dimenticare – per chi ne ha la possibilità – i vantaggi ulteriori offerti dalla cessione del quinto, che consiste nel prelievo mensile di una quota di stipendio o pensione, fino a un massimo del 20%. Nel caso dei dipendenti pubblici, il tasso medio nel primo bimestre 2025 è stato del 5,28% (addirittura il 4,61% per quello migliore), per i pensionati il 7,83% e per i dipendenti privati il 5,63%.
Una conferma del buon andamento del settore arriva anche dalle analisi di Experian. A febbraio le richieste di finanziamento tramite Buy Now Pay Later, che consente di acquistare subito prodotti online, pagandoli poi in tre o quattro rate mensili senza interessi, sono aumentate del 20,5% rispetto a febbraio del 2024, mentre le richieste di prestiti finalizzati sono cresciute dell’8,6%.
Accesso al credito: un trend di medio periodo
Che non si tratti solo di rimbalzo è confermato dal fatto che già il 2024 (tornando ai dati di Assofin) aveva chiuso in progresso del 7,5% rispetto al 2023, sebbene in un contesto ancora influenzato dall’iperinflazione che ha caratterizzato il biennio 2021/2023 e che si è protratto fino all’inizio dello scorso anno.
Questi trend fanno fanno pensare a Cesare Colombi, presidente di Assofin, che siamo alle prese con un ritorno alla progettualità da parte delle famiglie italiane. Non che l’incertezza del quadro economico e geopolitico non influenzi i comportamenti dei consumatori, ma, evidentemente, in tanti stanno prendendo coraggio e non rinunciano ai propri obiettivi di vita.
Vi è una sorta di adattamento allo scenario di permacrisi, anche perché l’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato come – anche nei contesti più complicati – vi sia spazio per crescere. Nello specifico, nei primi due mesi del 2025 la crescita ha riguardato più i prestiti personali (+11%) di quelli finalizzati (+6,6%), con un gran numero di italiani che vuole tenersi le mani libere in merito alla destinazione dei finanziamenti ottenuti, senza vincolarsi all’acquisto di un bene predeterminato. Inoltre, crescono gli importi medi e questo è indice di una maggiore disponibilità da parte delle banche a concedere credito.
Resta da capire quale sarà l’impatto dei dazi, pur ricordando che il comparto dei prestiti assorbe, per sua natura, dinamiche come questa in modo graduale e con effetti non immediati.
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