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Prestiti: domanda sempre vivace dal settore privato

In settembre i prestiti complessivi concessi al settore privato sono cresciuti del 4 per cento sui dodici mesi, dopo il più 4,4 per cento di agosto. Quelli alle famiglie sono aumentati del 4,2 e quelli alle società non finanziaria del 4,4 per cento. Il tasso sui mutui è salito al 2,65 per cento.

Pubblicato il 28/11/2022
portone con insegna e scritta banca di italia
Prestiti al settore privato, report di Banca d'Italia

Le richieste di finanziamenti del settore privato hanno mantenuto lo scorso settembre un ritmo vivace, anche se hanno mostrato un lieve rallentamento rispetto ad agosto (mese influenzato come sempre da fattori stagionali) probabilmente riconducibile al contestuale aumento dei tassi d’interesse.

È questa la fotografia che emerge dal più recente rapporto di Banca d’Italia ‘Banche e moneta: serie nazionali’, secondo cui in settembre i prestiti complessivi concessi al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), sono cresciuti del 4 per cento sui dodici mesi, dopo il +4,4 per cento consolidato nel mese precedente.

In calo quelli alle società, ma crescono quelli alle famiglie

La ‘zavorra’ è stata tutta per i finanziamenti erogati alle società non finanziarie, in quanto quelli concessi alle famiglie italiane sono aumentati in settembre del 4,2% sui dodici mesi, in accelerazione rispetto al +4,1% registrato nel mese precedente.

Al contrario, dopo la corsa che li ha contraddistinti nell’ultimo periodo, i prestiti arrivati alle società finanziarie sono incrementati solo del 4,4%, in netto rallentamento rispetto al +4,8% segnato nel mese di agosto. Con tutta probabilità, secondo gli analisti, il prospettato rallentamento dell’economia per i prossimi mesi e il denaro più caro spingono le imprese ad essere più prudenti nel fare la provvista di liquidità.

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Rallenta il ritmo dei depositi

Tornando al rapporto di Via Nazionale, i depositi del settore privato sono cresciuti – sempre in settembre - del 2,1 per cento sui dodici mesi (contro il 2,7 per cento registrato in agosto). Al contrario, la raccolta obbligazionaria è ancora una volta diminuita: del 7,4 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente dopo l’8,6 per cento di agosto.

Nello stesso mese i tassi di interesse applicati sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) sono aumentati al 2,65 per cento (2,45% in agosto).

In sintonia si sono mossi anche quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo, saliti all’8,83 per cento (8,70% nel mese precedente). I tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2 per cento (1,45 in agosto), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,59%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati all’1,69%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,34 per cento (0,32 nel mese precedente).

Nei portafogli delle banche ci sono meno titoli di Stato

Per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane nel mese di settembre possedevano titoli di Stato italiani per un ammontare di 386,99 miliardi di euro, in diminuzione del 4% rispetto al dato di agosto (403,27 miliardi nel mese precedente).

Come solito, si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle di Banca d’Italia, è rappresentata dai Btp: in settembre ammontati a 282,43 miliardi (-4,6% dai 296,16 miliardi di agosto). Al secondo posto della classifica ci sono come solito i Cct (81,26 miliardi contro 81,1 miliardi). I Bot detenuti dagli istituti nel mese ammontavano invece a 6,5 miliardi (7,2 miliardi di euro). Dato non rilevato per i Ctz (1,3 miliardi in agosto).

A cura di: Fernando Mancini

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