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Emissioni CO2: aumentate dello 0,8 pct nel quadrimestre

Pubblicato il 20/06/2019
Emissioni CO2: aumentate dello 0,8 pct nel quadrimestre

 Le emissioni di CO2 derivanti dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione in Italia tornano a crescere. Dopo la performance virtuosa (-0,3%) registrata nel primo trimestre, nell’intero primo quadrimestre di quest’anno c’è stato infatti un incremento di questo elemento inquinante dello 0,8% annuo a 247.163 tonnellate.

L’allarme è stato lanciato dal Centro Ricerche Continental Autocarro, i cui dati scaturiscono dall’elaborazione delle statistiche diffuse dal Ministero dello Sviluppo Economico sui consumi di carburante.

In particolare, nel mese di aprile le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina per autotrazione sono aumentate del 2,7%, mentre nel primo quadrimestre l’aumento complessivo era stato dello 0,1%. Nel comparto delle emissioni di CO2 derivate dall’uso di gasolio per autotrazione l’aumento di aprile è stato del 4,5%, mentre nel periodo gennaio-aprile c’è stata una crescita dell’1%.

In totale le emissioni derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono aumentate nel solo mese di aprile del 4%, mentre considerando i primi quattro mesi del 2019 la crescita è stata, appunto, dello 0,8%. 

Italia virtuosa solo a metà: sconta vecchio parco circolante

Anche se in generale (considerando tutti i tipi di utilizzo di combustibili fossili) in Italia le emissioni di CO2 sono in discesa più che nel resto d’Europa (rispettivamente del 3,5% e del 2,5% nel 2018, secondo i dati Eurostat), la situazione del trasporto stradale nel nostro Paese è tutt’altro che incoraggiante. Per tanti motivi ma, in questo caso, pesa soprattutto l’età avanzata del parco veicoli circolante.

C’è uno sforzo comune per trovare una soluzione a questo problema: soluzione che può passare dalle agevolazioni fiscali per l’acquisto di nuovi camion alla costruzione di infrastrutture che agevolino il trasporto di merci su rotaia. Intanto, secondo i recenti datidi Conftrasporto-Confcommercio, per effetto dei nuovi standard europei le emissioni dei veicoli pesanti in Italia, nel passaggio dal 1990 al 2016, si sono dimezzate per quanto riguarda gli ossidi di azoto e addirittura ridotte del 70% per le polveri sottili. 

Associazioni: accelerare riduzione inquinamento con incentivi

Ma il problema dell’anidride carbonica è rimasto. Infatti, hanno suggerito anche i rappresentanti delle due associazioni, per ridurre la CO2 occorre accelerare il rinnovo del parco circolante, che è il più vecchio d’Europa, “attraverso specifici incentivi che tengano conto della neutralità tecnologica dei mezzi pesanti (nuovi mezzi euro 6, Lng, elettrici)”.

Bisognerebbe anche favorire il trasporto via mare e la mobilità sostenibile. Sono tutte iniziative, suggeriscono, che devono prevedere il diretto coinvolgimento delle imprese di autotrasporto e anche il superamento dei vincoli europei per quanto concerne l’erogazione di incentivi al settore.

Continental in prima linea

Enrico Moncada, Business Unit Truck Replacement and Original Equipment Manager Continental Italia,sottolinea che “l’aumento delle emissioni di CO2 derivate da benzina e gasolio registrato ad aprile arriva dopo due mesi di cali e interrompe la tendenza alla diminuzione registrata a febbraio e marzo”.

Continental, sostiene “è molto interessata alla questione dell’andamento delle emissioni di CO2 che derivano dal settore dei trasporti su strada, perché è in prima linea nello sviluppo di nuove soluzioni per rendere più efficiente la gestione di flotte di veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone”. Sulla base delle nuove normative europee (entro settembre di quest’anno le nuove auto dovranno rispettare lo standard Euro 6) è prevedibile una corsa al rimpiazzo del vecchio veicolo.

Al riguardo, in linea con quanto riportato dalla notizia “Il prestito auto piace anche nel 2019”, un automobilista può consultare il sito PrestitiOnline.it per comparare le varie offerte delle banche, cogliere quella che reputa più conveniente e anche sottoscriverla.

A cura di: Fernando Mancini

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