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Cresce il ricorso degli italiani al credito al consumo

Pubblicato il 16/12/2019
Cresce il ricorso degli italiani al credito al consumo

Secondo la Banca d'Italia il peggioramento della congiuntura internazionale e le tensioni geopolitiche fanno crescere incertezza e rischi per la stabilità finanziaria. La decisa riduzione dei tassi d'interesse su scala globale garantisce una maggiore sostenibilità dei debiti e contribuisce a contenere l'aggravarsi dei rischi macroeconomici. Fattore che però può indurre "gli investitori a ricercare maggiori rendimenti in attività rischiose e incentivare l'accumulazione di livelli eccessivi di debito". Questo il riassunto dell'ultima edizione semestrale del Rapporto sulla stabilità finanziaria di Banca d'Italia, da cui emerge però anche il fatto che le condizioni finanziarie delle famiglie rimangono solide. Nel corso dell’anno il calo dei tassi ha infatti determinato un incremento del valore delle attività in portafoglio e una riduzione degli oneri sul debito. Complessivamente la ricchezza finanziaria lorda è aumentata del 2,7% nel primo semestre del 2019 e ha continuato nella sua crescita anche in estate. Gli investimenti delle famiglie, aggiunge l'istituto di Via Nazionale, si sono indirizzati prevalentemente verso strumenti finanziari caratterizzati da elevata liquidità, come i depositi bancari e quelli postali.

Richieste di prestito in aumento grazie ai tassi bassi

Per quanto riguarda i prestiti, le rilevazioni di Banca d'Italia evidenziano una crescita, per quanto a tassi moderati, dell’incremento dell’indebitamento verso banche e finanziarie (il 3,5% in settembre rispetto a un anno prima). A fronte di un lieve rallentamento dei mutui immobiliari (dato che riflette il debole andamento delle compravendite di case), però, i finanziamenti destinati al consumo hanno segnato un progresso dell'8,4% annuo. In rapporto al reddito disponibile il debito complessivo delle famiglie italiane resta comunque il più basso tra i principali Paesi dell’Eurozona. Dato condizionato in ogni caso sempre dalla debolezza del mercato immobiliare. In tema di credito al consumo, d'altronde, l'Italia si posiziona davanti a Paesi come Francia e Germania e sopra alla media della stessa Eurozona.

Crediti deteriorati su livelli inferiori a prima della crisi

Nei primi nove mesi del 2019 i tassi sui mutui e quelli sulle operazioni di credito al consumo sono diminuiti rispettivamente di circa 50 e 10 punti base, attestandosi su livelli storicamente molto bassi (1,8% e 8,1% allo scorso settembre). Per proteggersi dal rischio di un rialzo dei rendimenti di mercato, le famiglie fanno ampio ricorso ai contratti a tasso fisso che, in particolare per i mutui, hanno riguardato oltre il 60% delle erogazioni nel 2019 e hanno raggiunto il 45% delle consistenze in settembre (dal 25% toccato a inizio 2015). La flessione dei tassi d'interesse, nota ancora Banca d'Italia, ha favorito un ulteriore calo del flusso di crediti deteriorati che, in rapporto ai prestiti, è sceso su livelli ampiamente inferiori a quelli osservati prima della crisi finanziaria.

Nel 2020 scenderà il numero di famiglie "vulnerabili"

Secondo le proiezioni di Banca d’Italia "basate su uno scenario coerente con le più recenti previsioni macroeconomiche", alla fine del 2020 la quota di famiglie vulnerabili e l’incidenza dei loro debiti sul totale scenderebbero all’1,8% e al 10,1% rispettivamente. Alla riduzione contribuirebbero la crescita del reddito disponibile e la diminuzione dei tassi d'interesse. In uno scenario macroeconomico più sfavorevole, precisa però Palazzo Koch, il debito a rischio raggiungerebbe l’11,0% del totale. Considerando inoltre un outlook particolarmente negativo, "caratterizzato da variazioni del reddito e dei tassi d'interesse superiori a quelle registrate storicamente", le famiglie a rischio salirebbero al 2,1% e il loro debito al 12,2% (valori che rimarrebbero comunque inferiori a quelli registrati tra 2010 e 2014).

A cura di: Raffaele Rovati

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