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Social lending: come cambia la tassazione nel 2018

Pubblicato il 16/05/2018
Social lending: come cambia la tassazione nel 2018

Le piattaforme di social lending stanno acquisendo un peso crescente nel settore del credito al consumo. Nel ultimi anni, solo nel nostro Paese, i volumi dei prestiti tra privati sono cresciuti in maniera esponenziale, anche grazie alla nascita di nuove piattaforme e al consolidamento di quelle esistenti.

Il social lending (o prestito sociale) è una forma di credito tra privati, che può costituire un’alternativa vantaggiosa per coloro che richiedono un prestito personale. Definito anche “prestito peer-to-peer” (cioè prestito tra persone) è un servizio generalmente offerto da piattaforme on line volte a favorire l’incontro tra richieste e offerte di prestiti personali tra privati. 

Le piattaforme prevedono strumenti di sicurezza per evitare i rischi di insolvenza e di ritardato pagamento. Avevamo approfondito questa tematica nella news "Social Lending: i tassi più convenienti", evidenziando in modo particolare i vantaggi derivanti dalla scelta di questi prestiti.

Come funziona il prestito tra persone

In breve, possiamo dire che il social lending ha tra le sue peculiarità quella di offrire una buona remunerazione a chi offre il credito, permettendo a chi lo riceve di beneficiare di tassi di interesso molto contenuti. I prestiti peer-to-peer permettono di finanziare qualunque tipo di acquisto o progetto e ogni finanziatore può decidere liberamente come investire i propri soldi.

Il social lending utilizza, al pari delle banche e delle finanziarie, specifici criteri di valutazione, assegnando a ogni richiedente un rating, che rispecchia l’affidabilità creditizia del cliente. Se il rating è basso, i tassi di interesse saranno più elevati, poiché è maggiore il rischio a cui si espone il creditore. In caso di insolvenza, la piattaforma intermediatrice attiva rapidamente un programma di recupero crediti.

Il social lending, un mercato in forte espansione

Il social lending, nonostante si sia affacciato in Italia solo da pochi anni, rappresenta un fenomeno in forte crescita perché costituisce un modo efficace, trasparente e vantaggioso di ottenere liquidità tra privati, tanto da costituire un nuovo modello finanziario vero e proprio.

Stando ai dati dell’Ufficio Studi di Borsa del Credito, solo nell’ultimo trimestre del 2017, gli importi raccolti mediante social lending hanno sfiorato i 111,5 milioni, con un incremento del 40% trimestre su trimestre e del 267% rispetto a un anno fa. 

Per capire la portata del fenomeno, basti pensare che l’erogato del Regno Unito, che guida la classifica globale, ha chiuso il terzo trimestre del 2017 con 400 milioni e, in Europa, tra ottobre e dicembre si sono prestati a individui e imprese 465 milioni di euro.

Cambia la tassazione sui prestiti peer-to-peer

Nel 2018, il social lending affronta cambiamenti radicali anche in relazione alla riforma della tassazione e alle recenti disposizioni di Bankitalia.

Mentre prima veniva applicata una tassazione progressiva, sulla base degli scaglioni Irpef, dal 2018 gli interessi derivanti da investimenti in social lending saranno assoggettati a una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta nella misura del 26%.

La nuova ritenuta viene applicata ai gestori delle piattaforme, se società iscritte all’albo degli intermediari finanziari di cui all’articolo 106 del Tub, e agli istituti di pagamento autorizzati dalla Banca d’Italia, secondo quanto previsto dalll’articolo 114 del Tub.

La posizione di Bankitalia sul social lending

Bankitalia ha recentemente pubblicato un documento che rileva opportunità e rischi dei prestiti tra privati in rete, in cui evidenzia alcuni dei vantaggi del social lending, ma anche alcuni punti di attenzione. 

Marcello Bofondi, titolare della divisione Analisi macroprudenziale in Banca d’Italia e autore del paper di Via Nazionale sul social lending, ha affermato che "la principale criticità del P2P lending è l’attendibilità dei modelli statistici utilizzati per valutare l’affidabilità dei debitori. Se dovessero rivelarsi inaccurati, le perdite per gli investitori potrebbero essere notevoli. È fondamentale che i finanziatori siano opportunamente informati e consapevoli dei rischi che stanno assumendo".

Le piattaforme di social lending nel network PrestitiOnline.it

Come sempre, la soluzione migliore è informarsi accuratamente. In questo senso PrestitiOnline.it è un’ottima risorsa, non solo perché permette di effettuare simulazioni, ma anche perché il network ospita alcune tra le più note piattaforme di social lending operative in Italia.

Ricordiamo che su PrestitiOnline.it, solo per fare un esempio, è operativa Smartika, un intermediario finanziario, autorizzato da Banca d’Italia a prestare servizi di pagamento, attivo nel social lending, grazie a una piattaforma online. 

Il servizio di Smartika fa in modo che l’accordo di prestito tra privati avvenga nella massima sicurezza, attraverso contratti chiari e vincolanti per le parti, salvaguardando sempre la privacy di Richiedenti e Prestatori.

A cura di: Alessia De Falco

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