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Il credito cresce ma a ritmi modesti
Continuano a giungere segnali di ripresa dal mercato del credito, che sembra aver allentato un po' le maglie lasciandosi alle spalle i timori generati dalla crisi dei mutui subprime nell'ormai lontano 2008.
Secondo quanto si apprende dal Bollettino economico di Bankitalia, negli ultimi tre mesi del 2016 i finanziamenti alle famiglie si rafforzano evidenziando un’accelerazione del 2,1%, con una crescita robusta sia del credito al consumo (+2,7%), sia dei mutui per l'acquisto di abitazioni (+2%), mentre quelli alle imprese restano un po' indietro evidenziando differenziazioni rilevanti a seconda dell'attività economica.
I finanziamenti alle imprese, infatti, hanno registrato "solo" un timido aumento dello 0,3% nei tre mesi e nullo sui dodici mesi, con il credito alle società dei servizi salito del 2,3% sui dodici mesi e quello alle imprese edili diminuito addirittura del 5,4%. Lievemente ridotti, invece, i prestiti destinati alle aziende manifatturiere (-0,5%). Il credito alle società con 20 e più addetti ha sostanzialmente ristagnato, mentre si è appena attenuata la flessione dei finanziamenti alle imprese di minore dimensione (0,4 e -3,2 per cento, rispettivamente).
A tal proposito va segnalata la carenza di finanziamenti per le piccole imprese, segnalata da Confesercenti, che sta mettendo a dura prova un settore assai importante per la nostra economia. Secondo quanto emerso da un’analisi sul credito condotta dall'Associazione di imprese a partire da dati ufficiali Bankitalia, dal 2010 al 2016 le banche hanno lasciato a bocca asciutta le piccole imprese, privilegiando quelle di media e grande dimensione. Negli ultimi sei anni, infatti, i finanziamenti alle aziende di piccole dimensioni si sono ridotti di ben 31 miliardi, nonostante la loro rischiosità non sia superiore a quella delle grandi. L’incidenza percentuale delle imprese con meno di 20 dipendenti sul totale delle sofferenze bancarie, infatti, è sceso di sei punti, passando dal 25,7% al 19,7%. Tra tutti va citato il caso delle piccole imprese del commercio, che hanno perso 7 miliardi di finanziamenti pur essendo ‘titolari’ di una percentuale molto bassa del totale di sofferenze (il 4,8% dal 6% del 2010).
Cosa succederà in futuro? Secondo quanto riporta la BCE nella sua indagine trimestrale, nella quale si evidenzia una sostanziale stabilità del mercato del credito nella Penisola, "la domanda delle imprese non dovrebbe registrare variazioni mentre aumenterebbe lievemente quella delle famiglie".
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