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Quali sono i finanziamenti a fondo perduto per l'imprenditoria femminile?

I prestiti possono aiutare a realizzare i propri progetti se non si disponde del capitale adeguato: le donne che vogliono aprire un'impresa, ad esempio, possono accedere agli appositi finanziamenti a fondo perduto stanziati per l'imprenditoria femminile.

finanziamenti per l'imprenditoria femminile
I finanziamenti per l'imprenditoria femminile

Anche se le imprese con a capo delle donne sono ancora solo il 22% del totale (dati 2017), il loro numero cresce a grande velocità. Per una serie di motivi non tutti positivi (pensiamo alla difficoltà di trovare un lavoro da dipendente per chi ha figli o addirittura per chi potrebbe averne in futuro), le donne si dimostrano sempre più intraprendenti. Per loro, viene messa a disposizione tutta una serie di finanziamenti a fondo perduto per l'imprenditoria femminile, allo scopo di sostenerle e incentivarle ad aprire la loro azienda. 

In questo articolo vi diremo quali sono i prestiti per l'imprenditoria femminile a fondo perduto, chi può richiederli e come funzionano. Ma vi faremo una panoramica anche degli altri tipi di prestiti vantaggiosi per chi vuole lanciare una propria impresa, inclusi quelli a tasso zero.

I finanziamenti a fondo perduto per imprenditoria femminile di Invitalia

Invitalia è un'agenzia del Ministero dell'Economia, che si occupa di incentivare gli investimenti nelle imprese italiane, e in particolare di erogare finanziamenti per chi vuole fondare una nuova azienda. Invitalia per l'imprenditoria femminile (ma non solo) mette a disposizione i seguenti prestiti a fondo perduto: 

  • Cultura Crea: questo prestito è dedicato a chi vuole fondare un'azienda (o ne ha già una) nel settore culturale e turistico nel Sud. Prevede anche un finanziamento a fondo perduto.
  • Resto al Sud: un finanziamento per chi ha meno di 46 anni e vuole avviare un'impresa al Sud o nelle zone del Centro Italia che sono state colpite dai terremoti del 2014 e del 2017. Anche qui, una parte viene erogata a fondo perduto.
  • Smart&Start Italia: un prestito agevolato per chi vuole avviare una startup ad alto valore tecnologico (o ne ha già avviata una in tempi recenti). Se l'azienda ha sede al Sud, il 20% del finanziamento è a fondo perduto.

I contributi e i bandi per l'imprenditoria femminile delle regioni

Anche le regioni mettono a disposizione dei contributi e dei bandi per l'imprenditoria femminile che includono dei finanziamenti a fondo perduto. I bandi variano di anno in anno e al momento non si sa ancora quali saranno quelli previsti per il 2020. Tra i più interessanti del 2019 c'è sicuramente il bando Innovazione Sostantivo Femminile della Regione Lazio, che prevedeva un finanziamento a fondo perduto fino a 32.000 euro.

Passando invece ai fondi che non hanno particolari scadenze, c'è NIDI, il fondo della Regione Puglia che finanzia per metà a fondo perduto chi vuole avviare un'impresa sul suo territorio o vuole rilevarne una esistente. Possono accedervi diverse categorie di persone, tra cui le donne che hanno più di 18 anni, e il fondo può finanziare:

  • Singoli o gruppi che vogliono avviare un'impresa.
  • Imprese che sono già state costituite da meno di 6 mesi, ma non hanno ancora emesso alcuna fattura.
  • Le imprese già esistenti in cui però ci sia stato un passaggio generazionale.
  • Le aziende in crisi o confiscate, rilevate da parte dei dipendenti.
  • Le coop sociali che hanno ricevuto in assegnazione dei beni confiscati.
  • Le imprese beneficiare di “PIN – Pugliesi innovativi”.
  • Le partite IVA che nell'anno precedente hanno fatturato meno di 30.000 euro e verso al massimo due committenti diversi.

Il fondo prevede una copertura anche del 100% dell'investimento necessario, metà a fondo perduto e metà con prestito a tasso zero da rimborsare in 60 mesi.

I prestiti agevolati per le donne imprenditrici

Oltre ai prestiti a fondo perduto, le donne imprenditrici possono approfittare anche di finanziamenti a tasso zero o a tasso agevolato. Vediamo in breve quali sono.

I finanziamenti a tasso zero di Invitalia

Le opportunità di Invitalia per l'imprenditoria femminile riguardano anche diversi finanziamenti a tasso zero. Ecco quali sono:

  • Nuove imprese a tasso zero: un finanziamento per donne imprenditrici (a cui possono accedere anche i giovani tra i 18 e i 35 anni) che vogliono costituire un'impresa o ne hanno già avviata una. Nel caso di gruppi o di imprese già avviate, la proprietà deve essere per più della metà di donne (o di giovani uomini, o ancora di donne e giovani uomini). Il prestito copre fino al 75% delle spese ammesse, per un massimo di 1,5 milioni di euro, ed è restituibile entro 8 anni dal momento in cui viene erogata l'ultima quota.
  • Selfiemployment: questo prestito a tasso zero, che va da 5.000 a 50.000 euro, è dedicato ai giovani con meno di 29 anni che non studiano e non lavorano (i cosiddetti NEET). Non sono richieste garanzie e i prestiti possono essere restituiti in 5 anni.

Mise e imprenditoria femminile

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha siglato un protocollo d'intesa con una serie di banche aderenti perché queste forniscano dei finanziamenti specifici per le imprenditrici con dei tassi e costi agevolati. Il protocollo è stato prorogato fino al 31 dicembre 2019, e potrebbe essere ulteriormente rilanciato per gli anni a venire.

finanziamenti agevolati concordati tra banche e Mise per l'imprenditoria femminile sono:

  • Investiamo nelle donne: prestiti che hanno lo scopo di sviluppare imprese o attività di libera professione.
  • Donne in start-up: finanziamenti dedicati a chi vuole lanciarsi nel mondo delle imprese innovative ad alto valore tecnologico. 
  • Donne in ripresa: prestiti per piccole e medie imprese o per libere professioniste in difficoltà a causa della crisi.

Uno dei vantaggi di questi prestiti è che il rimborso può essere sospeso per un massimo di 12 mesi in caso di maternità, grave malattia (anche di convivente o figli, genitori, parenti entro il terzo grado conviventi con l'imprenditrice o la lavoratrice autonoma).

Ultimo aggiornamento marzo 2022

A cura di: Valentina Fornelli

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