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Cos’è il prestito infruttifero?

Un prestito infruttifero si differenzia da uno fruttifero perchè è erogato tra amici, famigliari e conoscenti e non presenta la maturazione degli interessi. La sua restituzione può avvenire attraverso la suddivisione in rate dell'importo o in un unico pagamento.

mani che si stringono in primo piano
Richiedere un prestito infruttifero

Un prestito infruttifero è una forma di finanziamento erogato tra privati: amiciparenti o tra soci, senza la presenza di interessi. La restituzione del prestito può avvenire in un'unica soluzione o attraverso rate, ma ciò che viene restituita è solo la somma che è stata prestata.

Il prestito infruttifero, a differenza delle donazioni, ribadiamo, prevede sempre la restituzione del denaro, restituzione che deve sempre avvenire senza l’applicazione di alcun interesse.

Caratteristica del prestito infruttifero

Il prestito infruttifero di norma viene erogato in forma occasionale, una tantum, a persone conosciute come parenti o amici. Non è prevista la possibilità di concedere prestiti infruttiferi a sconosciuti ed in più in modo abituale: tale comportamento per il fisco non sarebbe accettabile, in quanto ritenuto sospetto e assimilabile a quello di un usuraio o di chi attua pratiche di riciclaggio di denaro.

Regole da seguire

Bisogna seguire delle regole al fine di non incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, nonostante questo tipo di prestito sia un'operazione che avviene tra privati.

Nel caso si decidesse di prestare soldi a un parente o a un amico in autonomia, senza seguire le regole predisposte per l’operazione, il rischio sarebbe quello di incorrere in accertamenti fiscali, che possono presupporre anche reati di una certa gravità.

Purtroppo, a causa di molti movimenti illeciti di denaro, il cosiddetto “denaro sporco", la legge non prevede più la stessa tolleranza, come diversi anni fa, nonostante vi sia la buona fede da parte del soggetto. Resta inteso che si tratta di accertamenti di verifica che saranno successivamente approfonditi.

Premesso ciò, l’Agenzia delle Entrate può contestare pertanto quanto segue:

  • violazione delle norme antiriclaggio;
  • classificazione del prestito come usurario;
  • interpretazione del prestito come fruttifero nel caso in cui sulla causale non sia espressamente indicato il contrario.

Nei primi due casi parliamo di veri e propri reati, per i quali è necessario rispondere penalmente. Nell’ultimo caso si rischia una sanzione per non aver dichiarato i guadagni supposti dal prestito erogato.

Tipologie di prestito infruttifero

Il prestito infruttifero, ricordiamo, appartiene ai prestiti tra privati non regolamentati, cioè senza la presenza di intermediari finanziari. Infatti, non vengono elargiti da banche o da società finanziarie, ma avvengono appunto tra due soggetti privati.

Il prestito infruttifero può avere diverse forme, come:

  • prestito infruttifero stipulato con scrittura privata;
  • prestito infruttifero epistolare;
  • prestito infruttifero garantito da cambiali;
  • prestito infruttifero con causale di bonifico.
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Prestito infruttifero stipulato con scrittura privata

Ricorrendo alla scrittura privata si formalizza l’accordo: la forma scritta tutela, infatti, entrambe le parti, mettendo nero su bianco le condizioni che regolano il prestito. La scrittura privata rappresenta il riconoscimento di debito: è l’ammissione con cui una persona conferma di essere debitrice di un determinato importo, bene o prestazione, nei confronti di un’altra.

La forma scritta che testimonia l’esistenza di un contratto permette di tutelarsi anche nei confronti dell’Agenzia delle Entrate che, ricordiamo, potrebbe avere sospetti di fronte ai movimenti di denaro che transitano sui conti correnti di chi ha fatto il prestito e di chi lo sta rimborsando.

La scrittura privata costituisce una prova che potrà essere presentata in caso di richieste di chiarimenti da parte del Fisco. Valendo la «presunzione di colpevolezza» pertanto, sarà meglio avere un pezzo di carta in mano per dimostrare che le cose sono state fatte in regola.

Questo documento (cioè il contratto di prestito) servirà quindi per poter sempre dimostrare il fatto di non ricevere alcun interesse nella restituzione del prestito (che comporterebbe il pagamento delle relative tasse).

Inoltre, sarebbe meglio registrare la scrittura privata presso l’Agenzia delle Entrate, soprattutto nel momento in cui la cifra del prestito risultasse cospicua.

Se il documento viene registrato, bisognerà pagare:

  • l’imposta di bollo di 16 euro per ogni quattro facciate del contratto;
  • l’imposta di registro del 3% dell’importo prestato, da pagare entro 20 giorni dalla data in cui è stata stipulata la scrittura.

Nella scrittura privata dovranno essere indicati:

  • i dati anagrafici del creditore e del debitore;
  • l’importo prestato;
  • la data certa apposta presso un ufficio postale, oppure un timbro sulla scrittura sempre presso l’ufficio postale;
  • la durata del prestito;
  • la modalità di rimborso.

Nel documento dovrà anche essere aggiunta la dicitura “contratto di mutuo redatto secondo le norme di cui all’art. 1813 cc e seguenti”, dove verranno specificate le eventuali garanzie scelte dalle parti (garante o ipoteca) e l’eventuale finalità per la quale è stato concesso il prestito (acquisto di un’auto, sostenimento di spese mediche).

Nel contratto si dovrà specificare che il prestito è infruttifero, cioè che il creditore non richiede interessi.

Prestito infruttifero epistolare

In un prestito infruttifero epistolare, che avviene quindi per corrispondenza, il contratto che disciplina il prestito viene redatto in forma scritta da una delle parti e inviato per posta all’altra parte che, dopo aver firmato il documento, lo rispedisce al mittente.

Per questo tipo di prestito non è obbligatoria la registrazione e quindi non vengono richieste imposte dal fisco.

Prestito infruttifero garantito da cambiali

Il prestito infruttifero garantito da cambiali viene tutelato da questo titolo di credito, che comporta un costo per l’imposta di bollo pari al 12 per mille dell’importo della cambiale, offre la possibilità al creditore di richiedere l’esecuzione forzata del titolo se alla scadenza il debitore non ha rimborsato quanto dovuto.

Prestito infruttifero con causale di bonifico

Altro modo di prestare una certa quantità di soldi è quello di utilizzare un bonifico bancario.

La legge obbliga all’uso di pagamenti tracciabili (come, appunto, il bonifico) quando si muovono somme di denaro contante sopra una certa cifra stabilita per legge.

Non c’è una forma prestabilita di causale del bonifico per giustificare il prestito, ma potrebbe essere utile scrivere ad esempio: “prestito infruttifero per …” e aggiungere il motivo per cui si trasferiscono i soldi.

In tutti i casi sopra elencati:

Se il debitore non rimborsasse il prestito nei tempi e nei modi indicati nella scrittura privata, il creditore può fare ricorso al giudice e ottenere un decreto ingiuntivo per recuperare il credito. Trascorso termine di 40 giorni, se il debitore non ha fatto opposizione e se non ha provveduto al rimborso del prestito, si potrà procedere all’esecuzione forzata.

Ultimo aggiornamento marzo 2022

A cura di: Giada Carta

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