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Recupero crediti: quali tutele per il consumatore

Pubblicato il 29/10/2016

Aggiornato il 24/11/2016

Recupero crediti: quali tutele per il consumatore

Si parla sempre più frequentemente di crediti deteriorati, intendendo con questo termine i finanziamenti la cui restituzione, a causa di subentrate e spesso inaspettate difficoltà economiche, risulta incerta.

Il deterioramento del credito è uno dei problemi che il sistema bancario si è trovato ad affrontare negli ultimi anni. All’ordine del giorno per il Governo e le banche resta tuttora l’individuazione di soluzioni strategiche volte a disincagliare le sofferenze.

I numeri ben inquadrano la problematica: un’indagine condotta sui dati 2014 da Unirec, l’Unione delle imprese a tutela del credito, riferisce che nell’anno passato i crediti deteriorati in Italia ammontavano a 350 miliardi di euro, in pratica il 18% dei prestiti erogati. 

Si evidenzia inoltre che, tra le aziende associate Unirec, il 90% delle pratiche "incagliate" riguarda il segmento retail. La percentuale è peraltro significativamente cresciuta negli ultimi 4 anni. Di fronte a questo fenomeno è consono affrontare l’argomento del recupero crediti, la pratica che consente alle aziende creditrici di ottenere quanto il debitore è ancora tenuto a versare.

Chiaramente è corretto che si proceda al recupero del debito ma, tenendo conto delle cause di forza maggiore che spesso rendono insolvente la clientela, è intervenuta in merito l’Antitrust a definire meglio il raggio di azione. L’Autorità Garante ha multato di recente un’azienda  per solleciti di pagamento troppo insistenti ed "indebito condizionamento" del consumatore.

In materia è intervenuta anche l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che ha sollecitato il Governo a varare un Decreto Legge per velocizzare il recupero crediti. Tale provvedimento è stato approvato lo scorso 27 giugno: il Decreto 83/2015 contiene nuove norme per contrastare le insolvenze e ridurre il credit crunch. Si tratta di una vera e propria riforma della materia che mira a snellire le procedure concorsuali come il fallimento e ad agevolare il recupero crediti, riducendone i tempi di attuazione.

In particolare, relativamente ai crediti in sofferenza, le banche sono state autorizzate a dedurre le perdite dalle tasse nell’arco di un anno, mentre prima tali somme venivano diluite in un quinquennio. 

Nel frattempo, sul fronte "debitori", hanno preso posizione in materia anche le Associazioni dei Consumatori aderenti al Forum Unirec-Consumatori: Il 6 maggio 2015 è stato ufficializzato il "Codice di Condotta per i processi di gestione e tutela del credito", approvato all’unanimità in Assemblea. Il documento è focalizzato sulla prevenzione dei comportamenti scorretti da parte dei gestori incaricati di riscuotere gli insoluti.

In particolare, all’Art. 7 del testo, si fa riferimento ai contatti telefonici, specificando che "Il Professionista deve avere cura di istruire i propri incaricati affinché i contatti telefonici con il Consumatore/Debitore siano improntati a buona educazione e rispetto, che non vengano reiterati in maniera petulante ed aggressiva e che siano, in ogni caso, finalizzati ad instaurare un percorso di confronto concordato in merito alle cause dell’insolvenza e alle possibili soluzioni".

Laddove le controversie non andassero a buon fine, il Codice di Condotta promuove il dialogo tra le parti, specificando che è preferibile effettuare in via preventiva "Il ricorso alle procedure di Conciliazione Paritetica rispetto a qualunque altra iniziativa di natura contenziosa o giudiziaria".

Chiaramente, al termine della procedura di conciliazione, le parti hanno il diritto di agire giudizialmente per la tutela dei diritti che ritenessero violati.

A cura di: Alessia De Falco

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